Da www.punto-informatico.it
La fine dell'anno è tempo di bilanci e di propositi per l'anno che comincia. Il bilancio del 2010, per quanto concerne le questioni legate alle regole della Rete ed alla politica dell'innovazione in Italia si chiude - e non è, sfortunatamente, la prima volta - in rosso.
Nella relazione al bilancio, con formula sintetica, potrebbe scriversi che i tentativi - in taluni casi riusciti ed in altri falliti - di mettere bavagli e legacci alla Rete ed ai contenuti che attraverso essa circolano, sono stati decisamente più numerosi delle proposte - in nessun caso attuate - di guardare ad Internet ed all'innovazione come ad uno stimolo e, soprattutto, come ad una opportunità di riconoscere ai cittadini nuovi spazi di libertà ed inedite opportunità di confronto, partecipazione ed accesso all'amministrazione della cosa comune.
E-commerce, Amministrazione digitale, libertà di informazione, infatti, sono rimaste, per tutto il 2010, solo ambizioni, speranze ed obiettivi perseguiti con scarsa convinzione e, comunque, non raggiunti.
Uno spaccato assai poco confortante della situazione italiana l'ha offerto, dal suo osservatorio privilegiato, il Presidente Corrado Calabrò, nel corso di un'audizione dell'agosto 2010 dinanzi alla IX Commissione trasporti, poste e comunicazioni della Camera dei Deputati. Gli stessi "dati che ci vedono ai primi posti in Europa sul fronte dei prezzi dei servizi tradizionali e della concorrenza infrastrutturata ci classificano sotto la media UE per diffusione della banda larga... e siamo sotto la media anche per il numero di famiglie connesse a Internet, oltre che per la diffusione degli acquisti online e per il contributo dell'Information Communication Tecnology al prodotto interno" ha detto Calabrò. Che ha poi aggiunto: "Il nostro Paese è il fanalino di coda nel commercio e nei servizi elettronici. Le imprese vendono poco sul web; la quota di esportazioni legate all'ICT è pari al 2,2% e relega l'Italia al penultimo posto in Europa". "Il futuro presuppone l'ultra banda, le reti di nuova generazione in fibra ottica con capacità di trasmissione sopra i 50 Mbit/s, mentre l'Italia ancora ha difficoltà - ha dichiarato lo stesso Calabrò - a chiudere il piano per il digital divide - che vuol dire, sostanzialmente, far accedere tutti oggi a internet alla potenza della tecnologia di ieri - e non si accinge a fare un passo decisivo verso la fibra".