Da www.repubblica.it

SI annunciano tempi duri per i siti che a vario titolo favoriscono la pirateria di musica e film: oggi l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato, per la prima volta, un testo con norme per potenziare la tutela del copyright su internet, come richiesto dal decreto Romani sull'audiovisivo. Adesso ci saranno 60 giorni di consultazione pubblica, poi Agcom si riunirà ancora per rendere legge definitiva il testo. L'intenzione di fondo del regolamento è già chiara: colpire con forza i siti ma non gli utenti internet. Peraltro, dall'authority si fa notare 1 come per una normativa antipirateria sarebbe più appropriato un intervento del legislatore piuttosto che un regolamento come quello previsto dal decreto Romani: "L'Agcom ha deciso di segnalare al Governo e al Parlamento l'opportunità di una revisione complessiva delle norme sul diritto d'autore che risultano
inadeguate allo sviluppo tecnologico e giuridico del settore", si legge in una nota.
Il testo prevede una procedura in cinque punti, ispirata alla normativa Usa. Il punto di partenza è il detentore del copyright: chiede a un sito o a un servizio web di rimuovere un contenuto che potrebbe favorire la pirateria. Si può trattare dell'opera vera e propria (musica, film, spettacoli, partite o altro), disponibile in download o in streaming, o anche di un semplice link o indicizzazione del file pirata presente su altri siti. Agcom scrive infatti che le nuove norme riguarderanno anche "l'indicizzazione di file audiovisivi, sonori e di testo protetti da copyright intesa ad agevolarne la diffusione gratuita tra gli utenti di internet senza il consenso dei titolari di diritti". Si tratta cioè di quei numerosi siti che fanno da motore di ricerca di file torrent (per il peer-to-peer) o pubblicano link a file pirata scaricabili da siti esterni Rapidshare.
Passate 48 ore senza riscontri, il detentore di diritti si può rivolgere all'Autorità (terzo punto), che aprirà quindi un contradditorio con il sito o il servizio. Quarto punto: accertato l'illecito, Agcom chiederà a sua volta la rimozione e, in caso di inottemperanza, applicherà sanzioni che saranno - a quanto si legge in una bozza che Repubblica.it ha potuto leggere - quelle previste dal comma 31 della legge 249 del 1997 2.
Soprattutto per i siti stranieri, che difficilmente possono essere sottoposti a questa procedura, Agcom aggiunge un altro punto. O oscurarli, dopo un contradditorio, tramite filtro dns o ip; oppure lasciare questa scelta agli operatori. L'Autorità deciderà dopo la consultazione pubblica quale delle due strade intraprendere. Entrambe le ipotesi, comunque, riguarderanno soltanto i siti finalizzati esclusivamente alla pirateria. Non, quindi, pagine nelle quali finiscano incidentalmente contenuti illegali.
"Il testo in questa parte è ambiguo", dice però a Repubblica.it Nicola D'Angelo, consigliere Agcom. Nella prima ipotesi, "non è chiaro, ancora, se Agcom potrà chiedere direttamente agli operatori di oscurare il sito o servizio oppure se deve passare dall'Autorità giudiziaria", continua D'Angelo. Finora, in Italia, i siti pirata sono stati oscurati appunto solo su ordine dell'Autorità giudiziaria. I detentori di diritti d'autore - come Fimi, Federazione dell'industria musicale italiana - chiedono da tempo però una procedura più snella e diretta, con Agcom titolata a oscurare direttamente i siti o i servizi associati alla pirateria.
Nella seconda ipotesi, Agcom non farebbe niente del genere ma pubblicherebbe solo una lista dei siti in questione. Gli operatori saranno liberi di decidere se oscurarli o no. "Ma se non lo dovessero fare, potrebbero essere corresponsabili di eventuali reati compiuti dal sito", dice D'Angelo. "Tra le due ipotesi preferisco la prima", dice Paolo Nuti, presidente di Aiip, Associazione dei principali provider italiani. "E' quella più vicina a quanto già accade ora; siamo costretti dall'Autorità giudiziaria a oscurare certi siti". E' capitato, tra gli altri, a Pirate Bay.
Nonostante questi aspetti critici, "il nuovo testo è senza dubbio una vittoria per i sostenitori della libertà di internet, se lo confrontiamo con la prima bozza", dice D'Angelo. Quella era finita in un vortice di polemiche, sollevate tra gli altri da Antonio di Pietro (Idv) e Paolo Gentiloni (Pd). Inizialmente si chiedeva infatti agli operatori di consegnare il traffico ad Agcom, per un monitoraggio della pirateria, e di bloccare "le porte ip usate per il peer to peer". Si attaccavano insomma direttamente gli utenti e le loro connessioni. Il nuovo testo renderà loro invece solo più difficile trovare file pirata.
Applaude anche Enzo Mazza, presidente di Fimi: "Lo sviluppo dei contenuti digitali sta vivendo in Italia un momento particolarmente delicato. E' quindi molto importante l'iniziativa di Agcom per contrastare i siti pirata sostenendo così la crescita dell'offerta legale". Alcune norme del testo si occupano direttamente di sostenere l'offerta legale, che, soprattutto per i film su internet, in Italia è ancora poco ricca. A quanto si legge in una nota di Agcom, ci si propone di "favorire l'accesso ai contenuti premium, l'interoperabilità tra le piattaforme trasmissive e un accorciamento delle "finestre di distribuzione" "promuovere la diffusione di licenze collettive estese anche in termini di soluzioni che favoriscano economicità e facilità di pagamento da parte dell'utente" aumentare la sicurezza dei pagamenti e promuovere "forme sperimentali di consumo legale" di musica e film. Avvierà inoltre compagne informative "di educazione alla legalità intesa a rendere agli utenti, in particolar modo i più giovani, maggiormente consapevoli dei rischi generati dalla pirateria".
Il tutto adesso andrà, per 60 giorni, in consultazione pubblica. Agcom cioè raccoglierà i pareri di tutti gli interessati e poi si riunirà di nuovo per votare il testo definitivo, che diventerà norma vigente. Corrado Calabrò, presidente di Agcom, chiosa rimarcando che si è giunti un testo in grado di accontentare opposte fazioni. E' "una sintesi efficace tra le contrapposte esigenze di tutelare la libertà della rete e la titolarità dei contenuti, garantendo altresì il diritto dei cittadini alla privacy e l'accesso alla cultura e ad internet". "Non si prevede alcuna forma di controllo sugli utenti o di censura del web, come qualcuno temeva, ma, ispirandoci soprattutto all'esperienza Usa, l'Italia si colloca tra gli esempi più moderni e avanzati, facendo proprio l'approccio che considera il mercato unico digitale come la 'quinta liberta il cui sviluppo va considerato prioritario".

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