Da www.corrieredellecomunicazioni.it
"Trovo sorprendente che non si voglia aprire una consultazione pubblica sul diritto d'autore sul web e sentire la valutazione del mercato sulle misure allo studio, che sono ragionevoli e proporzionali". Lo afferma il commissario dell'Agcom, Stefano Mannoni, replicando alle affermazioni di ieri dei parlamentari Paolo Gentiloni del Partito Democratico e Roberto Rao dell'Unione di Centro, in merito al regolamento sul diritto d'autore in Internet in discussione domani nel Consiglio dell'Autorità. "L'introduzione in Italia - aggiunge Mannoni - di regole equiparabili a quelle vigenti negli altri Paesi europei e rispettose delle direttive della Commissione non contraddice la libertà del web, che deve essere comunque rispettoso dei diritti".
Ieri i due parlamentari si auguravano che "che l'Autorità eviti di appesantire la Rete con regole limitative e velleitarie sul diritto d'autore. Non è accettabile che la tutela del copyright nell'era di Internet sia demandata a un semplice regolamento amministrativo, ispirato a una logica restrittiva, senza coinvolgere il Parlamento e senza un vero confronto pubblico". Udc e Pd, inoltre, si erano detti contrari anche alla cosiddetta alla tassa (prevista nel decreto Romani) che le Web Tv dovrebbero pagare per trasmettere e su cui, sempre domani, si dovrà esprimere il Consiglio Agcom.
A commentare l'iniziativa dell'Agcom scende in campo anche la Siae. "Non conosciamo i contenuti delle nuove regole che l'Agcom intende proporre mediante una consultazione pubblica il cui avvio è annunciato per domani - dice il direttore generale della Siae, Gaetano Blandini - ma se realizzeranno una tutela efficace e una valorizzazione dei diritti degli autori, editori, produttori dei contenuti veicolati nella Rete, ben venga l'intervento dell'Autorità Garante".
"L'Agcom -aggiunge Blandini- cui la legge sul diritto d'autore, più volte modificata da interventi normativi dettati dall'Unione europea, attribuisce un'attività in coordinamento con Siae nella materia, non può non tener conto della necessità di tutelare tutti gli interessi in gioco, quelli dei titolari dei diritti sulle opere dell'ingegno, quelli dei gestori delle tecnologie di Internet e, non ultimi, quelli dei cittadini- consumatori ad una libera fruizione di elementi culturali, di informazione e di spettacolo"
"La libertà -prosegue il direttore generale della Siae- la democrazia della Rete non può significare assenza di regole. Queste regole devono esserci, come sta avvenendo in molti Paesi europei, proprio per tutelare realmente tutti i soggetti coinvolti nell'utilizzo delle Reti telematiche. Non può tacersi come l'attuale assenza di regole abbia prodotto e stia producendo un progressivo depauperamento della produzione culturale, un impoverimento dei creatori di opere dell'ingegno, la chiusura o il ridimensionamento di imprese, che a tutti i livelli professionali -conclude- fanno della produzione di contenuti culturali il loro business, con la perdita sempre più devastante di posti di lavoro".