Da: www.key4biz.it
Cisco ha reso noti i risultati dello studio internazionale condotto da Insight Express e intitolato 'The Cisco Connected World Report', sviluppato per rivelare quali sono le aspettative e i comportamenti dei dipendenti nell'accedere alle informazioni da qualunque luogo, in qualsiasi momento e con qualsiasi dispositivo.
In base ai risultati dello studio, sebbene la metà (51%) dei dipendenti intervistati a livello globale ritenga che i social media, pur non essendo legati al lavoro, contribuiscano all'equilibrio tra lavoro e vita, due su cinque (41%, 52% in Italia) hanno dichiarato di non essere autorizzati a utilizzare Facebook sul luogo di lavoro, e che a uno su tre (35% globalmente e 36% in Italia) è vietato l'uso di Twitter sul posto di lavoro o tramite l'utilizzo di dispositivi aziendali. Oltre un dipendente su quattro (28%, 29% in Italia) non può utilizzare l'Instant Messaging (IM) sul posto di lavoro o con dispositivi aziendali, e uno su cinque (21%, 26% nel nostro Paese) ha delle limitazioni sull'invio di email personali da dispositivi aziendali e durante le ore lavorative. Due dipendenti su tre (64%) ritengono che il loro team IT e le loro aziende dovrebbero allentare le restrizioni e consentire l'uso dei social media sia durante le ore di lavoro sia con i dispositivi aziendali, citando l'equilibrio vita-lavoro come una delle principali motivazioni, in particolare perché molti di loro possono lavorare in mobilità, senza limitazioni e aumentando le ore di lavoro e i risultati. Anche l'utilizzo di dispositivi personali come iPad e iPhone è limitato. A livello globale, a quasi un dipendente su cinque (18%) non è permesso utilizzare il proprio iPod al lavoro (percentuale che sale al 24% in Italia), e quasi a uno su cinque (18%) è vietato l'uso a lavoro di dispositivi personali come i notebook o i telefonini (23% nel nostro Paese). La maggior parte degli impiegati (66%) ritiene che dovrebbero essere in grado di connettersi gratuitamente con qualsiasi dispositivo in dotazione e accedere alle applicazioni e alle informazioni di cui hanno bisogno durante tutta la giornata. Policy o non policy, molti dipendenti semplicemente lo fanno, sollevando la questione circa l'efficacia delle policy e come l'IT possa aggiornare, applicare e garantire una migliore compliance.
Sempre da quanto emerso dalla ricerca, l'utilizzo del video come forma di comunicazione consumer e aziendale è in aumento. A livello globale, più di due terzi dei professionisti IT (68%) ritiene che l'importanza delle comunicazioni video per la loro azienda aumenterà in futuro, in particolare per gli intervistati in Messico (85%), Cina (85%), Brasile (82%), e Spagna (82%). Anche in Italia il trend è confermato con il 76% degli intervistati che ha risposto in modo affermativo alla domanda. Tuttavia, non tutti i dipendenti che desiderano utilizzare la comunicazione video nei luoghi di lavoro sono in grado di farlo oggi. Circa due dipendenti su cinque (41%) affermano di non poter utilizzare il video come strumento di comunicazione sul posto di lavoro, con oltre la metà dei lavoratori dipendenti negli Stati Uniti (53%), Regno Unito (55%), Germania (55%) e Francia (60%) che non possono usare il video per la comunicazione sul posto di lavoro. Tra i lavoratori che non utilizzano il video, uno su tre (34%) prevede di utilizzarlo per comunicare sul posto di lavoro entro i prossimi due anni, e quasi due dipendenti intervistati su quattro a livello globale sono convinti che il video potrebbe diventare la loro principale modalità di comunicazione.
La seconda tranche di risultati estratti dal Cisco Connected World Report mette in evidenza la discrepanza tra le policy IT e i comportamenti dei dipendenti, in particolar considerando che i dipendenti tendono a lavorare in modo sempre più mobile e ad utilizzare svariati dispositivi, social media e nuove forme di comunicazione come il video. Dal momento che la tecnologia modifica le modalità con cui le aziende comunicano e operano, oltre due terzi dei dipendenti intervistati è convinto che le policy IT attuate dalle aziende per cui lavorano possano essere migliorate, e almeno due su cinque (il 41%) hanno dichiarato di violarle per poter soddisfare le proprie esigenze di comunicazione.
Lo studio, che ha incluso interviste a 2.600 dipendenti e professionisti in 13 paesi (Stati Uniti, Messico, Brasile, Inghilterra, Francia. Spagna, Germania, Italia, Russia, India, China, Giappone e Australia), ha rivelato che mentre la maggior parte delle aziende (82% globalmente e 83% a livello italiano) ha delle policy IT, circa un dipendente su quattro (24% a livello globale e 26% a livello italiano) non è al corrente della loro esistenza. Un ulteriore 23% (26% in Italia) ha riferito che la propria azienda non ha attuato policy in materia di un utilizzo dei dispositivi. Aggregando tali dati, quasi la metà dei dipendenti intervistati (47% a livello globale, 52% in Italia), o non ha idea di quelle che sono le policy IT relative all'utilizzo dei dispositivi o non è al corrente delle loro esistenza.
Tra i dipendenti che hanno dichiarato di conoscere le policy IT aziendali, il 35% afferma che il dipartimento IT non fornisce spiegazioni né chiarimenti sul perché tali policy siano state attuate, cosa che può portare a una maggiore apatia, incomprensione e conformità selettiva. Tra quelli che conoscono le policy IT, circa due su tre (il 64% a livello globale, il 63% in Italia) pensano che potrebbe essere apportato qualche miglioramento e sono convinti che le policy debbano essere aggiornate per riflettere le reali esigenze e stili di lavoro, trovando ad esempio un compromesso accettabile tra l'utilizzo dei dispositivi, dei social media. della mobilità e della flessibilità lavorativa. Tra i dipendenti che ammettono di trasgredire le policy IT, due su cinque (il 41% globalmente rispetto al 22% in Italia) affermano di farlo perché hanno bisogno di specifici programmi e applicazioni per portare a termine la propria attività.
E ancora, un dipendente su cinque, ovvero il 20% a livello globale (17% in Italia), ha affermato di non rispettare le policy IT perché è convinto che la propria azienda o dipartimento IT non le faranno applicare. Questa ricerca porta alla luce una questione aperta in molte aziende a livello globale: la necessità di riesaminare e aggiornare le policy IT per allinearle con la realtà, sempre più diffusa, di una forza lavoro più esigente e desiderosa di essere connessa ovunque, in qualsiasi momento e con qualsiasi dispositivo, nonché di condividere qualsiasi informazione della propria vita lavorativa e personale.