Da: www.corrierecomunicazioni.it
Si stringono i tempi all'Authority per le comunicazioni per l'asta delle frequenze per la telefonia mobile, che verranno liberate dalle tv locali in seguito al completamento del passaggio al digitale terrestre. Corrado Calabrò, presidente dell'Agcom, ha detto che "tutto converge a far ritenere che la gara si terrà entro il 2011 - ha detto Calabrò - c'è una grande fame di soldi al ministero dell'Economia e un grande bisogno di frequenze da parte degli operatori di Tlc". In ogni caso non si andrà oltre il 2013, termine indicato da Bruxelles.
Secondo il Sole 24 Ore, la via che l'Italia intende seguire è quella del modello tedesco, con un pacchetto misto di frequenze (quelle a 800 Mhz - i canali dal 61 al 69 liberate dalle tv locali; e quelle a 1.800 e 2.500 Mhz attualmente in mano alla Difesa). La consultazione pubblica dovrebbe essere pronta già entro l'anno.
L'asta per il cosiddetto "dividendo digitale esterno", rapportando popolazione e dimensioni del mercato, sulla carta potrebbe produrre proventi per 3 miliardi. Ma le condizioni del settore e le dinamiche degli operatori fanno in realtà stimare un importo nettamente inferiore, ottimisticamente intorno ai 2-2,5 miliardi di euro. Per arricchire le entrate, il Governo potrebbe pensare a una revisione dei canoni dovuti dagli operatori.
Da un lato, il ministro Tremonti punta a incamerare i proventi per sostenere lo sviluppo o spese obbligatorie già nel prossimo decreto "milleproroghe" dall'altro il presidente dell'Authority, Corrado Calabrò, che spinge a legare parte dei proventi allo sviluppo della banda larga fissa e mobile nel paese e alla compensazione delle emittenti televisive locali, che abbiano ceduto le frequenze.
Successivamente alla consultazione pubblica il Garante dovrebbe definire le regole (intorno a marzo-aprile): entrerà quindi in gioco il governo con il ministero dello Sviluppo economico: sarà emanato il bando, nominato un advisor e la gara potrebbe ultimarsi alla fine del 2011.