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La Federazione italiana degli editori esprime grande soddisfazione sulla decisione del governo che ha messo finalmente fine al decreto 'blocca-tariffe', che fino al 31 dicembre 2012 interrompe a Poste italiane SpA il rimborso da parte del Dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio sulle tariffe postali agevolate per le spedizioni.
Provvedimento interministeriale che, entrato in vigore lo scorso primo aprile, aveva allarmato l'intera categoria che lamentava penalizzazioni e gravami economici di non poco conto. Per questo, già nei mesi scorsi, le associazioni degli editori, ed in particolare la Fieg (Federazione italiana editori giornali), l'Uspi (Unione stampa periodica italiana), l'Anes (Associazione nazionale editoria specializzata), la File (Federazione italiana liberi editori), la Fisc (Federazione italiana stampa cattolica) e Poste Italiane, nel tentativo di limitare i danni, hanno siglato un accordo tariffario che in sostanza prevede l'aumento al 38% fino al primo settembre 2011, e successivamente scatti di un ulteriore rincaro del 17%.
L'accordo è stato determinante per la risoluzione della questione e, nella giornata di ieri, c'è stata finalmente la tanto attesa pronuncia da parte dei ministri allo Sviluppo economico Paolo Romani e dell'Economia Giulio Tremonti. Dopo avere firmato il nuovo decreto che ridefinisce le tariffe postali per la spedizione dei prodotti editoriali, in una nota congiunta i due membri del governo hanno affermato: "Il decreto aveva ricevuto già nelle scorse settimane il parere positivo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, Paolo Bonaiuti. Le nuove tariffe saranno applicabili, secondo il decreto, dall'1 settembre 2010 e consentirà ai diretti interessati di ottenere tariffe postali compatibili sia con le esigenze degli editori sia con i vincoli generali di bilancio pubblico".
"La vicenda che ha portato oggi a tale positiva conclusione - ha ricordato la Fieg in una nota - ha preso avvio dopo che Federazioni e Poste italiane avevano siglato, ben tre mesi fa e a seguito di una serrata e difficile trattativa, un accordo che prevede tariffe non più agevolate e quindi senza alcuna contribuzione statale, ma ridotte rispetto alla tariffa piena. In sostanza uno sconto, in considerazione del volume delle spedizioni complessivamente effettuate dal settore, rispetto alla tariffa piena che era divenuta improvvisamente e imprevedibilmente applicabile dal 1 aprile 2010 per effetto del decreto di sospensione della tariffa agevolata con un aggravio di costi pari al 120% insostenibile dalle imprese".
Per la Fieg, "il decreto, che recepisce i termini di quell'intesa quadro, è un atto senza oneri per lo Stato che, sebbene dovuto, contribuisce a rasserenare il clima e a consentire agli editori, pur a costi significativamente incrementati, di mantenere il proprio impegno nella cura e nello sviluppo di un canale di vendita, quello degli abbonamenti, che è essenziale per il settore editoriale e che, se solo vi fossero nel nostro Paese condizioni di efficienza analoghe a quelle presenti da anni in altri Paesi europei e del mondo, potrebbe essere ben più consistente e solido".
Inoltre, la Federazione italiana liberi editori "nell'esprimere soddisfazione per la conclusione della vicenda, richiama, ancora una volta il Governo e la stessa Poste Spa ad assumere ogni utile misura affinché la qualità dei servizi postali sia, nel prossimo futuro, adeguata agli standard dei nostri competitori internazionali e più in generale sia data alle imprese editrici la possibilità di operare in un sistema più favorevole allo sviluppo e più attento alle esigenze delle imprese stesse e di tutta la filiera".

 

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