Da www.corriredellecomunicazioni.it

Accettata con "riserva" la proposta Agcom sull'aumento dei canoni. La Commissione invita Calabrò a riconsiderare il calcolo dei costi commerciali e per la manutenzione della rete. Kroes: "Prezzi equi per garantire investimenti e consumatori". Calabrò: "Terremo massimo conto delle indicazioni europee"
Disco verde per la metodologia adottata ma nì sulle nuove tariffe. In una lettera inviata all'Agcom la Commissione europea esprime alcune riserve sulla proposta di aumento delle tariffe per l'accesso disaggregato alla rete locale (unbundling), per l'accesso all'ingrosso bitstream (WBA) e per l'affitto delle linee all'ingrosso (WLR). E invita l'Authority presieduta da Corrado Calabrò "a riesaminare i propri calcoli utilizzando i dati di una società efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione".
L'oggetto del "contendere" riguarda il 30% dei costi, ossia quelli commerciali e di manutenzione. "La Commissione non ha da eccepire sul modo con cui l'Agcom ha applicato tale metodologia per stabilire i costi di rete, che rappresentano circa il 70% dei costi complessivi di accesso - si legge nella nota emessa dalla Commissione Ue-. Rileva tuttavia che l'approccio usato per stimare i costi commerciali e di manutenzione non appare coerente con tale metodologia. Da ciò il rischio che gli operatori alternativi si trovino a dover pagare prezzi più elevati di quelli generalmente esigibili per un accesso di alta qualità a una rete moderna".
La Commissione sottolinea che i prezzi risultanti "dovranno fornire indicazioni di investimento chiare sia a chi richiede sia a chi fornisce l'accesso e garantire ai consumatori prezzi equi per l'accesso all'internet ad alta velocità". Come previsto dalla normativa UE in materia di telecomunicazioni l'Agcom è pertanto invitata a "tenere nella massima considerazione" le osservazioni della Commissione.
"È di fondamentale importanza che il prezzo fatturato dagli operatori storici delle comunicazioni degli Stati membri dell'UE ai propri concorrenti per poter accedere alle loro reti in rame sia equo - commenta bil Commissario Ue all'Agenda digitale Neelie Kroes -. Un accesso equo rafforza la concorrenza nei servizi ai consumatori e fornisce corrette indicazioni di investimento. Invito l'Agcom a riesaminare il calcolo dei prezzi di accesso di Telecom Italia, applicando in modo coerente il proprio modello per determinare i costi commerciali e di manutenzione".
Il previsto aumento dei prezzi è inoltre subordinato al soddisfacimento da parte di Telecom Italia di determinati requisiti di qualità fissati dall'autorità di regolamentazione. "Per quanto riguarda i requisiti di qualità che Telecom Italia deve soddisfare prima di procedere a un aumento dei prezzi, la Commissione invita l'Agcom a illustrare con precisione le richieste presentate a Telecom Italia in modo da garantire la certezza regolamentare a tutti gli operatori di mercato".
In relazione al caso in oggetto la Commissione sottolinea che un'autorità di regolamentazione che utilizzi il modello "bottom-up per la valutazione dei costi incrementali di lungo periodo" è tenuta ad applicarlo in modo coerente per riprodurre accuratamente i costi che sarebbero addebitati se i servizi fossero forniti in modo efficiente tramite una rete in rame di nuova costruzione in un contesto competitivo. "Tali modelli, se correttamente applicati, forniscono corrette indicazioni a tutti i potenziali investitori nell'infrastruttura di rete (operatori storici o alternativi) e contribuiscono al conseguimento degli obiettivi dell'Agenda digitale per l'Europa, ovvero garantire a tutti gli europei l'accesso a connessioni internet in banda larga di base entro il 2013 e in banda larga veloce e ultraveloce entro il 2020".
La lettera della Commissione è stata inviata in applicazione della procedura "articolo 7" della direttiva quadro in materia di telecomunicazioni (cfr. MEMO/08/620). "Questa procedura - puntualizza la Commissione - conferisce alle autorità nazionali di regolamentazione un ampio margine d'azione per ottenere una concorrenza effettiva ma esige, al tempo stesso, che esse notifichino alla Commissione le proprie misure regolamentari onde garantire la coerenza della normativa in materia di telecomunicazioni nel mercato unico. Allorché tali misure riguardano le definizioni dei mercati o le analisi atte a determinare se uno o più operatori dispongano di significativo potere di mercato (ossia determinare se si trovano in una posizione dominante), la Commissione può chiedere all'autorità nazionale di regolamentazione di ritirare la misura. Se si tratta invece di misure correttrici (come nel caso in specie), la Commissione può formulare osservazioni che l'autorità nazionale di regolamentazione deve tenere nella massima considerazione".
Nel pomeriggio è arrivata la "risposta" di Agcom: "L'interlocuzione con la Commissione europea è stata ampia, approfondita e soddisfacente. La Commissione ha apprezzato il nostro modello e fornito utili indicazioni per il suo ulteriore affinamento - commenta il presidente Corrado Calabrò - E' importante che la Commissione abbia colto la novità di un meccanismo ad incentivi che condiziona i futuri aggiustamenti, meccanismo che, come anch'io ho illustrato avantieri al Senato, va meglio messo a punto".
L'Agcom puntualizza che "terrà in massimo conto le osservazioni della Commissione europea e prenderà una decisione finale nelle prossime settimane". I commenti della Commissione "confermano la validità del passaggio al modello di costo BU - LIRC a costi correnti di un operatore efficiente - aggiunge -. La Commissione sottolinea come l'Autorità nel suo modello si prefigga di centrare l'obbiettivo di una valorizzazione corretta degli elementi di rete al fine di stabilire tariffe che possano effettivamente incentivare gli investimenti. Le osservazioni di dettaglio della Commissione riguardano la riconciliazione di alcuni elementi del modello e il meccanismo di controllo della qualità, al quale sono legati i futuri aumenti al rialzo per il 2011-2012".

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