Da www.corrierecomunicazioni.it
Gli industriali chiedono al governo di destinare risorse per la realizzazione di grandi progetti nazionali su temi strategici per il Paese. Bracco: "Rendere strutturale il credito di imposta"
Uno sprone al governo italiano per rilanciare l'innovazione del sistema Paese. È quello lanciato da Diana Bracco, presidente del progetto speciale Ricerca e Innovazione di Confindustria, che sollecita l'esecutivo, ma anche le istituzioni europee, a "varare una politica per lo sviluppo fondata su ricerca e innovazione, pur continuando a tenere alta l'attenzione sui conti pubblici".
Intervenendo al convegno organizzato da Confindustria su "L'Italia nell'Europa 2020", la Bracco sottolinea che gli industriali hanno chiesto al governo di adottare "un programma operativo di medio-lungo termine attraverso il Piano Nazionale della Ricerca, con risorse finanziarie adeguate e certe nel tempo". Nel complesso Confindustria ha proposto di destinare "un miliardo all'anno di risorse per realizzare grandi progetti nazionali di ricerca e innovazione su temi strategici per il Paese e per rendere strutturale il credito d'imposta in ricerca e innovazione".
L'esponente di Confindustria esorta a costruire "con il documento 'Europa 2020' e con l'Innovation Action Plan, una strategia che assegni alle imprese un ruolo da protagoniste. Costruire la "Innovation Union" è una grande sfida per tutti gli Stati membri, ma è anche una grande opportunità. "Le nostre imprese - afferma la Bracco - vivono in Europa e nel mondo e hanno bisogno di un contesto che le aiuti e che permetta loro di competere ad armi pari con i concorrenti degli altri Paesi".
E, in questo senso, la strada da seguire è quella americana, "dove - afferma la Bracco - il presidente Obama ha presentato il 'Recovery act', un ambizioso programma di trasformazione dell'economia americana attraverso l'innovazione che prevede investimenti non solo nell'automotive, ma anche in energie rinnovabili, informatica sanitaria, ricerca biomedica, puntando sul credito d'imposta".
Infine, Diana Bracco lancia la proposta "di candidare l'Italia ad ospitare il futuro Tribunale di primo grado del brevetto comunitario". "La città di Milano - conclude - appare la sede naturale in quanto il territorio genera un numero di brevetti assimilabile ai territori nazionali più innovativi".