Da www.corrierecomunicazioni.it
Si scalda il dibattito a seguito della Raccomandazione Ue. I vertici delle big telco esprimono alcune riserve sulle modalità stabilite in merito ai prezzi di accesso alle infrastrutture. Ma soprattutto temono che l'Europa consideri le reti alla stregua di "commodity" senza valore
Troppe regole dall'Ue per le reti broadband di nuova generazione: i leader delle telecom europee non mostrano grande entusiasmo di fronte alle proposte della Commissione europea per regolamentare le Ngn. Il rischio è che un eccesso di norme freni gli investimenti su larga scala di cui queste reti hanno bisogno; inoltre i grandi operatori non gradiscono la raccomandazione che chiede di dare accesso low-cost ai concorrenti alle loro infrastrutture.
"Non mi sento del tutto in sintonia con queste proposte", ha commentato il Ceo di France Telecom, Stephane Richard. "Se con queste raccomandazioni la Commissione Ue vuole lasciare intendere che vede le reti come commodity o utlity...l'Internet di nuova generazione non diventa più un investimento così interessante", ha continuato Richard, che ha parlato in occasione della conferenza organizzata a Bruxelles dalla European telecommunications network operators' association.
L'Ad di Telecom Italia Franco Bernabè accende i riflettori sul ruolo che si vuole dare alle nuove reti. Il timore del numero uno di Telecom Italia è che si guardi alle infrastrutture come "dumb pipes", tubi stupidi, ossia meri cavi per il trasporto dati laddove per le telco rappresentano un valore e un'opportunità anche e soprattutto in termini di servizi erogabili. Per le telco la chance sta proprio nelle applicazioni innovative sul "modello" Google, Skype o Facebook.
Zeinal Bava, capo di Portugal Telecom, ha detto che le proposte Ue sulla concorrenza "non trovano il giusto equilibrio". Molte telecom europee, tra cui France Telecom e la spagnola Telefónica, hanno condotto azione di lobby presso la Commissione perché vorrebbero far pagare i content provider per la fornitura di contenuti ai loro clienti, ma la Kroes si è detta contraria a questa ipotesi.
Il commissario alla Digital Agenda ha risposto ai leader delle telco nel corso della stessa conferenza di Bruxelles: "Tutte le aziende che investono nella transizione alla fibra hanno il mio supporto, ma escludo ogni possibilità di regulatory holidays", ha ribadito la Kroes, riferendosi all'opportunità chiesta dalle aziende che investono nella fibra di sfruttare le nuove reti senza obbligo di garantire accesso ai concorrenti a prezzi equi.