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Approvazione con "riserva" da parte di Etno ed Ecta. L'associazione rappresentativa delle big telco punta il dito contro le modalità legate ai costi di accesso. E secondo gli Olo la mancanza di obblighi per le Authoriy nazionali potrebbe sortire tariffe wholesale troppo elevate. Intanto il Beuc si spinge oltre: la banda ultralarga va inserita fra i servizi universali
Una Raccomandazione non vincolante. Che di fatto non dà alla Commissione europea il potere di intervenire con obblighi di sorta contro i regolatori "recalcitranti". Un provvedimento dunque che nella sostanza rischia di rimanere sulla carta in molti Paesi o quantomeno di non essere preso alla lettera. È su questo "nodo" che i giornalisti presenti alla conferenza stampa di presentazione della Raccomandazione Nga (nell'ambito del pacchetto di misure sulla banda larga) hanno chiesto di fare chiarezza al Commissario all'Agenda digitale Neelie Kroes. Ma le risposte non sono arrivate. In compenso ci hanno pensato le due associazioni di settore, l'Etno e l'Ecta, la prima rappresentativa delle big telco e la seconda degli Olo a esprimersi in materia. E non sono mancati commenti anche dagli operatori di Tlc. L'Etno pur apprezzando il lavoro svolto e plaudendo all'arrivo dell'atteso testo che per la prima volta offre ai regolatori nazionali uno strumento operativo in materia di regolamentazione dell'accesso alle reti di nuova generazione non concorda su alcune misure adottate dalla Commissione. "L'applicazione sistematica di obblighi di accesso basati sui costi non è appropriata per l'accesso alle reti Ngn e non garantisce lo sviluppo di un mercato ad alta competitività", si legge sulla nota emessa dall'associazione. Anche l'Ecta ha avuto da ridire. Nonostante il testo finale della Raccomandazione approvato dalla Commissione abbia "corretto" il tiro rispetto alla versione proposta inizialmente tenendo in considerazione soprattutto le esigenze degli Olo, e nonostante sia "finito il periodo di vacanza regolatoria" - si legge sulla nota emessa dall'Associazione - gli operatori alternativi non sono pienamente soddisfatti. "Gli operatori dominanti dovranno aprire le loro reti in nome della competizione ma se i regolatori nazionali non saranno in grado di applicare le giuste tariffe di accesso, per gli operatori alternativi la partita potrebbe diventare troppo costosa", recita una nota dell'Associazione che punta il dito proprio contro la mancanza di obblighi per le Authority locali. "Stabilire un canone wholesale equilibrato per le nuove reti in fibra è fondamentale anche per sortire i benefici per i consumatori, in termini di accesso ai nuovi servizi broadband, alla base dell'emanazione della Raccomandazione", puntualizza il chairman di Ecta Hubertus Von Roenne. Da parte sua il Beuc, l'organizzazione europea che rappresenta i consumatori, invita i regolatori nazionali alla massima prudenza. "Devono operare con l'obiettivo di sortire benefici per i consumatori finali. Se così non sarà lo dimostrerà la mancata diffusione dei servizi", sottolinea Monique Goyens, direttore generale del Beuc. L'Organizzazione suggerisce di includere i servizi ultrabrodband in quelli regolabili nell'ambito della Direttiva sul servizi universali. "Ciò consentirebbe di accelerare sugli obiettivi dell'Agenda digitale che mirano a portare il broadband a tutti i cittadini europei".