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Per il segretario nazionale Pietro Giordano 'il rinvio sarebbe un atto grave e avrebbe pesanti ripercussioni sui consumatori'.
Si fanno sempre più sentire gli echi dei 'No' all'attuazione del piano frequenze varato dall'Agcom ed in modo particolare al passaggio che riguarda il digitale terrestre, contestato in molte regioni d'Italia per i possibili rischi che l'archiviazione dell'analogico potrebbe comportare per le emittenti locali.
Timori, che hanno contribuito a mettere in seria discussione addirittura lo switch-off nel Nordest previsto tra ottobre e novembre di quest'anno, e la relativa richiesta di sospensione avanzata all'Authority dai consiglieri di molte regioni italiane. La motivazione più forte, la possibile sparizione delle piccole emittenti - in tutto 27 - sparse sul territorio. Le 55 frequenze a disposizione in ogni regione - e delle quali 27 sono appannaggio delle emittenti nazionali o di grandi società tlc - in Veneto, Emilia e Friuli, si dimezzano infatti a 27 poiché le altre, secondo accordi internazionali ratificati dalla Convenzione di Ginevra, sono destinate a Croazia e Slovenia.
Già all'inizio di luglio, alcuni membri del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia hanno esternato i non pochi dubbi sollevati dal passaggio dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze dell'Agcom.
"Già il solo avvio del digitale terrestre - avevano evidenziato - sta creando non pochi problemi, ma se a questo si aggiunge che il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze ha escluso una decina di emittenti locali del Friuli Venezia Giulia e ben ventisette del vicino Veneto che per sopravvivere dovranno attingere alle frequenze di Croazia e Slovenia, la cosa ci sembra alquanto grave e insensata da parte delle Autorità governative".
A cercare di fare chiarezza sulla vicenda, e in modo particolare proprio sull'assegnazione delle frequenze del digitale terrestre alle emittenti locali del Nordest, mobilitatesi nel frattempo per cercare di trovare una soluzione circa l'assegnazione residuale delle tv dell'area, ci ha provato anche il ministro degli Esteri Franco Frattini durante l'incontro con il viceministro Paolo Romani.
E, mentre le discussioni sulla probabile sospensione dell'iter procedurale continuano nelle opportune sedi, ad auspicare il non rinvio delle operazioni, è l'Adiconsum.
L'associazione italiana per la difesa dei consumatori e dell'ambiente ha infatti chiesto all'Agcom di "impedire il rinvio di tutte le procedure in atto, di rispettare il calendario deliberato e di convocare con urgenza il tavolo permanente con le associazioni dei consumatori".
Questo in sintesi, il contenuto di una lettere che l'Adiconsum ha fatto pervenire al presidente Corrado Calabrò per chiedere lumi sulle voci del possibile rinvio dei prossimi switch-off nel Nord Italia.
Sembra, infatti, che la recente delibera adottata dall'Autorità relativa al piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale, richieda, per la sua attuazione pratica, l'istituzione di tavoli tecnici territoriali e quindi di un periodo lungo che di fatto renderà impossibile il rispetto delle date degli switch-off già annunciati alla popolazione del Nord Italia.
"Adiconsum - afferma in una nota stampa il segretario nazionale Pietro Giordano - è contraria al rinvio dello switch-off, perché questo sarebbe un atto grave con pesanti ripercussioni sui consumatori. Il rinvio - prosegue Giordano - renderebbe nulle le campagne informative già realizzate e puntualmente pagate, e costringerebbe a pianificarne di nuove con notevole esborso di denaro pubblico".
"L'Adiconsum - continua la nota a firma del segretario Giordano - ritiene che l'Autorità garante delle comunicazioni debba fare tutti gli sforzi necessari, anche con un eventuale lavoro supplementare nel periodo estivo, per far rispettare il calendario, visto che ci troviamo di fronte ad un cambio tecnologico epocale che non può sopportare modifiche di programma, senza ripercussioni su tutti i componenti della filiera della tv digitale".
Il calendario cui si riferisce l'Adiconsum, è quello già annunciato dal presidente del Consiglio Calabrò durante l'ultima presentazione della relazione annuale Agcom e che prevede che "entro il 2011 lo switch-off riguarderà le Regioni del versante adriatico mentre per il 2012, ad archiviare l'analogico toccherà alle regioni Toscana, Umbria, Sicilia e Calabria". "Ma con lo sforzo di tutti - ha aggiunto Calabrò - la digitalizzazione potrebbe essere completata già entro il 2011 come indica una recente Raccomandazione europea e come auspica il vice ministro Romani".

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