Per la Ngn italiana non serve una società della Rete ma "una società delle infrastrutture". Lo ha dichiarato il vice ministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, ribadendo cioè che la rete dovrà essere unica per poi lasciare ogni operatore libero di agire su questo terreno comune. "Quello che vogliamo fare è dare vita ad una società delle infrastrutture per la posa dei cavi doppi e fibra spenta da parte degli operatori - ha spiegato Romani - dopodiché ciascuno giocherà la sua partita". Il vice ministro ha inoltre annunciato un tavolo d'incontro coi principali operatori del settore. Infine, sulla posizione di Telecom Italia, Romani ha puntualizzato: "E'ovvio che l'azienda faccia resistenza, ma credo che con una proposta senza precondizioni, possa accettare di sedersi al tavolo".
Sul punto è intervenuto anche Corrado Passera, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, che in un'intervista al Wall Street Journal, ha affermato l'importanza di "fare sistema", convincendo governo e investitori privati a spendere in infrastrutture per rilanciare l'economia italiana. "E' necessario un investimento di circa 250 miliardi di euro in 5 anni per rafforzare strade, aeroporti e telecomunicazioni".
Per Passera, un esempio tipico di infrastruttura italiana non al livello degli altri paesi è proprio la rete a banda larga, che risulta lenta e a macchia di leopardo, basata per la gran parte sul rame e non sulla fibra ottica. Proprio per questo motivo, secondo il Ceo, Telecom non dovrebbe far altro che unirsi ai competitor, piuttosto che cercare di finanziare da sola una rete in fibra ottica.