Da Ansa
Il mercato europeo delle telecomunicazioni ha registrato nel 2009 una crescita zero, che rappresenta un andamento positivo rispetto al declinoeconomico generale del 4,2%. Lo fa notare la Commissione europea nella sua relazione annuale in cui si rileva, tuttavia, che l'attuazione non uniforme della vigente normativa Ue frammenta i mercatidelle telecomunicazioni a livello nazionale, negando cosi' alle imprese l'accesso a un vero mercato unico. Permangono inoltre forti differenze di prezzo da uno Stato membro all'altro, sia al dettaglio che all'ingrosso. Negli Stati membri con le tariffe mobili piu' alte il costo al dettaglio di una chiamata e' varie volte piu' elevato rispetto a quello degli Stati membri con le tariffe piu' economiche, ad esempio 4 centesimi al minuto in Lettonia rispetto ai 24 centesimi di Malta (in Italia e' 10 centesimi contro una media Ue di 13). L'Italia continua a occupare una posizione leader nel mercato della telefonia mobile con il 146% ad ottobre 2009, il secondo piu' alto nell'Ue. Anche la portabilita' del numero resta ben funzionante: il rapporto indica che circa 4 milioni di consumatori italiani hanno cambiato operatore mantenendo il numero di telefono tra ottobre 2008 e ottobre 2009. L'Italia inoltre si posiziona bene per quanto riguarda la banda larga mobile (6,8% della popolazione), superiore alla media Ue e davanti a Gb, Germania, Spagna e Francia. I ricavi nel settore delle comunicazioni elettroniche sono stati pari a 351 miliardi di euro nel 2008, la meta' dell'intero settore Ict. Per quanto riguarda gli investimenti, il dato segnala un valore pari a 47 miliardi di euro nel 2008, destinati per il 70% al mercato fisso e per il 30% al mercato mobile. Nel rapporto fra investimenti e ricavi segnalato dal documento della Commissione europea, l'Italia registra un valore pari a 15,3%, piu' della alla media Ue e superiore a Francia (13,1%), Spagna (11,7%) e Germania (11,6%).