Da Ansa
''La rivoluzione digitale e' ormai realta' e con lo switch off della Lombardia siamo a un punto di non ritorno''. Lo racconta l'onorevole Paolo Romani, vice ministro allo sviluppo economico con delega alle comunicazioni, nel corso del quinto Radiotv Forum 2010 di Aeranti-Corallo. Per Romani inoltre le 20 mila telefonate ricevute nel primo giorno di switch off in Lombardia, contro le 350 mila ricevute al tempo nel Lazio, testimoniano che i cittadini sono pronti, hanno meno problemi e piu' consapevolezza. ''Quanto al piano delle frequenze, pero', l'autorita' deve realizzare un piano complessivo di inserimento e a questo ci si deve attenere, non si puo' procedere a tentoni, ne ignorare 30 anni di storia di emittenti locali italiane''. Sull'ordinamento del telecomando digitale, prosegue Romani, ''il piano di autoregolamentazione non ha funzionato come speravamo. Io sono contrario che ci siano, come sento dire, solo tre o quattro tv locali tra il primo e il secondo blocco nazionale. Non e' un problema se le troviamo a cominciare dall'otto o dal dieci, ma devono essere mantenute le dieci che erano previste. Non sono d'accordo neanche che per lungo tempo le risorse delle frequenze restino utilizzate solo al 40%. Perche' non costituire delle cooperative di piu' locali per utilizzare uno stesso multiplex. Anche in questo caso l'autorita' ci deve dare un criterio con cui assegnare i canali''. Romani ricorda inoltre che il ministero si e' mosso per tutelare l'emittenza locale sia sul piano frequenze, che sulla numerazione dei canali sul telecomando e sui finanziamenti. A margine del Forum, circa la possibilita' di anticipare al 2011 lo switch over di Toscana, Umbria, Calabria e Sicilia, l'onorevole risponde ''e' un problema di compatibilita' e di coordinazione nazionale, me credo che si possa realizzare. Devo pero' ancora avere risposte dai governatori''.