Ansa

Il Consiglio d'amministrazione della Rai, con una decisione presa a maggioranza, non torna indietro sullo stop ai talk show e dà mandato al direttore generale Mauro Masi di porre la questione, con urgenza, alla Commissione di Vigilanza Rai. Il presidente della bicamerale Sergio Zavoli, sottolinea che si sarebbe aspettato una decisione diversa dal Cda, ma comunque convoca il dg per domani a San Macuto. Intanto il presidente del Cda di Viale Mazzini, Paolo Garimberti non nasconde la sua amarezza e i tre consiglieri d'opposizione, Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, chiamano a raccolta la stampa al settimo piano del palazzo della Rai per manifestare il loro disappunto per una decisione che giudicano "grave" e "lesiva". Nel frattempo il silenzio dei talk show continua, tanto che Giovanni Floris va avanti nella sua iniziativa di un programma itinerante per le quattro puntate mai potute andare in onda di Ballarò. E dopo le Conferenze stampa-Tribune politiche al posto del suo programma e di quello di Michele Santoro Annozero, spuntano oggi anche le repliche delle tribune negli spazi di Raiuno normalmente occupati da Porta a Porta di Bruno Vespa. Una sospensione che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani definisce "assurda". "Io non chiedo - ha detto - che ci siano in questi programmi i politici, ma non accetto che non si possano esaminare i problemi del Paese, con responsabilità, professionalità, equilibrio"'.
La questione ora è nelle mani della Vigilanza. Al termine del Cda Masi rivolge oggi una richiesta formale alla Commissione "affinché, a fronte delle citate pronunce del Tribunale Amministrativo del Lazio e della deliberazione conseguentemente presa dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, assuma le eventuali determinazioni rimesse alla sua funzione politica di indirizzo". E Zavoli, sottolineando che si fanno "sempre più stretti i tempi rimasti per trovare una ragionevole soluzione del problema", spiega che "si attendeva una scelta diversa in ordine all'invito di ripristinare i programmi d'approfondimento nel periodo elettorale, per i quali era già stata ritenuta non obbligata la loro soppressione". Traspare amarezza, come quella dichiarata dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, amareggiato "per la divisione", evidente in seno al Consiglio, e "per la mancata ripresa dei talk show". Oggi al vertice Rai aveva scritto anche il presidente dell'Agcom,
Corrado Calabrò, che informava di aver inviato una lettera anche alla Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Ora il Presidente Rai "attende fiducioso che dalla Vigilanza si batta rapidamente un colpo". Ma De Laurentiis dice: "Aspetteremo invano anche in questa occasione", sottolineando che "la scelta della sospensione è stata una scelta aziendale e non c'è nel regolamento. Si è scelta una campagna elettorale silente e muta". Una scelta della quale Van Straten non coglie il senso: "Se l'Agcom ci dice di riprendere le trasmissioni, perché non si fa? Ora si corrono molti più rischi di sanzioni".
Domani la discussione in Commissione di Vigilanza non sembra avere molte possibilità di sbocchi concreti per una rilettura del regolamento. Alessio Butti, capogruppo del Popolo della Libertà in Commissione dice: "Non penso che la Vigilanza possa modificare il testo votato che ribadisco non imbavaglia nessuno, tanto meno Vespa, Floris, Santoro e compagnia cantando. Basta leggerlo". Gli fa eco Maurizio Gasparri convinto che non c'è tempo per riaprire il discorso sul ripristino dei talk show.
"Parleremo - ha concluso - dopo le elezioni della riforma della legge sulla par condicio. Ora non vedo spazi per riaprire discussioni che durerebbero non so quanti giorni".

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