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Calano parecchio in Piemonte per le difficoltà connesse allo switch off digitale gli ascolti delle Tv locali ma se la situazione qui potrebbe migliorare, in Sardegna, dopo un anno, i cali sono persistenti. Di qui l'allarme. Intanto le ricerche sull'audience diventano sempre più complesse...

Vediamo l'allarmante, anche se un po' "estremo" (speriamo) articolo del bravo Claudio Plazzotta su 'Italia Oggi':
«Disastro, ecatombe, categoria a rischio estinzione. Bisogna usare toni enfatici per commentare i primi dati Auditel sulle Tv locali del Piemonte dopo il passaggio in ottobre, nella sola area Occidentale, al digitale terrestre. Certo, è ancora presto, il pubblico si deve abituare alla nuova tecnologia, deve andare a ricercare i canali ai quali era più affezionato e riposizionarli su numeri più consoni del telecomando. Però il senso di tracollo di ascolti è nell'aria: l'offerta di canali, con il dtt, si è moltiplicata, e sarà diffìcile tornare ai fatturati degli anni scorsi.
La rete che nel 2008 era leader in Piemonte, ovvero Telecity (nell'ottobre 2008 aveva 417 mila contatti medi al giorno), ha pensato bene di uscire da Auditel, e quindi il suo dato non è disponibile. Telecupole ha perso il 39,7% di ascolti rispetto all'ottobre 2008, Quarta rete il 35,6%, Rete 7 il 53,1%. Un panorama sconfortante.
Ma simile a quanto accaduto in Sardegna, regione che dall'ottobre 2008 è completamente in digitale terrestre. Lì Videolina si è attestata a un - 20% medio annuo, con un picco negativo proprio nell'ottobre 2009, quando il calo (a quota 347 mila contatti netti), rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, è stato del 25%. Le cose sono andate molto peggio per le altre reti isolane: Cinquestelle Sardegna giù del 63%, Tcs del 44,8%.
«Il momento è delicato, e ce lo aspettavamo», spiega Filippo Rebecchini, presidente di Frt, «anche se è ancora presto. Ci sarà un effetto rimbalzo, gli spettatori, dopo il primo choc, andranno a cercare le migliori emittenti locali. Certo, prevedo grossi problemi per le più piccole, quella è veramente una categoria a rischio». Si aprono, quindi, scenari preoccupanti: da un lato i piccoli editori di Tv locali si ritroveranno con ascolti e, quindi, fatturati, dimezzati. Dall'altro le piccole e medie imprese che, non potendo accedere ai grandi network nazionali, utilizzavano le locali per comunicare sul territorio, dovranno accontentarsi di media un po' spuntati e con audience ridimensionate.
Più ottimista Giorgio Galante, editore e consigliere della syndication 7 Gold, con delega sul palinsesto: «Grazie al digitale terrestre ci sarà una offerta più ricca, ma spesso inutile. Tanti canali con pochi contenuti. Allora credo che gli ascolti si concentreranno dove troveranno qualità. Penso che proprio il valore di un bel palinsesto di fiction e sport, come quello di 7 Gold, possa essere valorizzato su un ventaglio di 100 canali, rispetto a un menù di 20 canali. Si è dimostrato, infatti, che più canali si hanno, meno si fa zapping. Quindi sto tranquillo, la qualità mi fa dormire sonni tranquilli. Inoltre», conclude Galante, «si apre anche un nuovo business: con i multiplex abbiamo spazio per fare trasporto conto terzi. Mediaset, Rai, Telecom Italia Media sono già abbastanza pieni. Noi, come altri editori tipo Odeon, potremo, quindi, usare i canali liberi del multiplex per affittarli ad altri editori, allargando le attività e aumentando il fatturato».

Ma come riuscirà Auditel a misurare l'ascolto di questa marea di canali? Un importante aggiornamento sul tema è stato pubblicato dalla Frt sul suo 'bollettino' "Radio & Tv Notizie":
«L'evoluzione delle nuove tecnologie di trasmissione, con lo spostamento di tutte le diverse fonti televisive verso sistemi digitalizzati ha impegnato fortemente l'Auditel in un costante processo di adeguamento della metodologia di ricerca a tutte le piattaforme tecnologiche terrestri, via satellite e via cavo. Non basta più - come succedeva quando c'era solo il sistema analogico - misurare le frequenze per identificare il canale. Oggi l'Auditel deve gestire tutte le forme di trasmissione che coesistono nella famiglia campione: un intreccio analogico/digitale, con decoder satellitari, digitale terrestre, personal video recorder, cavo, fibra ottica, ADSL, ecc.
La risposta a questo nuovo ambiente televisivo passa, inesorabilmente, attraverso l'adozione di tecnologie sempre più avanzate per un corretto rilevamento delle "audience". In proposito, una vera e propria rivoluzione è stata avviata nel 2005 attraverso un piano, totalmente innovativo, che ha portato all'intero monitoraggio del sistema italiano per mezzo dei meter UNITAM, apparecchiature che utilizzano la soluzione audio matching. Si tratta di una tecnica basata sulla comparazione delle tracce audio digitalizzate (sample stream) raccolte dai meter, con le tracce audio raccolte in base, presso un elevato numero di reference room, cioè di centrali di raccolta, sparse sul territorio, che "catturano" tutto quanto viene trasmesso da ogni broadcaster televisivo.
Per fare il punto della situazione occorre avere alcune semplici informazioni. Il passaggio al sistema digitale non consente più all'Auditel di "vedere" la totalità delle emittenti che trasmettono, ma solamente quelle che chiedono di essere messe "in prova" o di essere pubblicate. Le emittenti prodotte dovranno fornire in maniera più sistematica informazioni circa i propri bacini di trasmissione (e copertura) e segnalare, in dettaglio, eventuali fasce di trasmissione a contenuti differenziati. Soltanto la corretta comparazione tra quanto realmente andato in onda e quanto registrato dai meter consentirà la produzione del dato di ascolto.
Le emittenti interessate ad essere rilevate devono essere consapevoli che è essenziale comunicare ad Auditel non solo qual è la piattaforma di trasmissione (che potrebbe essere multipla) ma anche se le trasmissioni hanno i medesimi contenuti su tutto il territorio e sulle differenti piattaforme. Inoltre, nel caso la trasmissione avvenga anche in digitale terrestre, in quale Mux è inserita l'emittente. Gli aggiornamenti scambiati con Auditel non sono più un "optional": la mancanza di una segnalazione puntuale può compromettere la possibilità di essere rilevati».

 

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