Dieci giorni dopo lo switch-off.

Libero Roma

Su Roma e dintorni sembra essere tornata la quiete dopo la tempesta scatenata dall'ingresso del digitale terrestre. I laziali, dunque, cominciano a prendere confidenza con il nuovo strumento. "Da quanto ci risulta le chiamate sono in continua diminuzione", fa sapere Eva Spina, dirigente dipartimento comunicazione del ministero dello Sviluppo Economico, spiegando che "il primo giorno abbiamo ricevuto 87mila richieste ma già il giorno dopo erano 26 mila. Sabato scorso siamo scesi a 5600. Per lo più si tratta di problemi (solitamente risolvibili) legati alla sintonizzazione e all'uso del decoder. Considerando le oltre 4 milioni di persone coinvolte (2,7 milioni nella capitale, il resto nelle province di Roma e Latina) e 495 impianti interessati credo comunque si possa parlare di un discreto successo". Buone notizie arrivano anche dalle associazioni dei consumatori, che già dal primo giorno (16 novembre) avevano minacciato guerra: "Inizialmente abbiamo ricevuto molte lamentele, soprattutto i cittadini avevano paura di essere truffati dai tecnici", racconta l'associazione Codici, "mentre oggi praticamente non chiama più nessuno". Problemi di sintonizzazione, visualizzazione dei canali, adattamenti dei vecchi televisori alla nuova tecnologia sembrano quindi essere superati, anche se qualcuno ancora lamenta dei problemi, soprattutto chi abita in provincia e in zone montagnose. Come a Guidonia Montecelio, sulla Tiburtina, dove a dire li vero i problemi c'erano già con l'analogico ma che con il digitale vengono accentuati soprattutto perché lo stato dell'infrastruttura, ovvero i ripetitori, in alcuni casi lascia a desiderare. "In pratica, se prima qualcosa si vedeva sempre, magari male", spiega il Consiglio nazionale degli utenti, "con il digitale terrestre il rischio, in caso disegnale non buono, è di non vedere nulla". "Diciamo che la situazione non è cambiata molto perché qui il vero problema sono i ripetitori", conferma Carmine, tecnico antennista nella zona di Guidonia, "ci sarebbe bisogno di un nuovo ponte radio". Non meglio va dalle parti della Nomentana. "Le richieste sono ancora molte, riguardano soprattutto la sintonizzazione", racconta Andrea Fucili, che opera nella zona di Mentana, Anagni e Palombara Sabina: "I problemi maggiori vengono comunque dai canali Rai, per i quali hanno spostato le frequenze e molti decoder non riescono a trovarle".
E mentre da ieri (fino al30 novembre) con la provincia di Latina, è partita l'ultima fase della digitalizzazione del Lazio, prosegue la caccia all'acquisto del decoder con l'incentivo. "Il contributo statale è ancora aperto", spiegano dai ministero, "dal 16 maggio, da quando cioè è partito sono arrivate 18.191 richieste solo dal Lazio. Ad oggi viaggiamo ad una quota di 250 decoder al giorno".

(di Giuliano Rosciarelli)