Il presidente Soro: vanno usati i soldi non utilizzati per contributi decoder
ROMA - Sedici romani su cento (ventidue se si guardano gli anziani) ieri non sono riusciti a vedere la tv di casa. Il dato, sconfortante, si elabora dai dati Adtel relativi alle zone del Lazio toccate dal passaggio dall'analogico al digitale. La società ha fatto attendere il proprio responso due ore più del consueto. Proprio - spiegano i responsabili - per avere dati attendibili. «Finalmente anche l'Auditel riconosce che il passaggio dall'analogico al digitale terrestre incide pesantemente suI dati d'ascolto e la loro attendibilità», afferma il capogruppo Udc in commissione vigilanza Rai Roberto Rao, che recentemente aveva presentato a proposito un'interrogazione. Un'altra Cassandra che sarebbe stato bene ascoltare per tempo è Francesco Soro, presidente del Corecom Lazio, l'organo di garanzia e controllo sulle Comunicazioni della Regione. Che osserva: «Le criticità che si stanno verificando a Roma, che sembrerebbero riguardare circa il 16% della popolazione, rispecchiano fedelmente le previsioni che avevamo ripetuto in questi mesi». Oggi però non è tempo di polemiche, la priorità deve essere una sola: rimboccarsi le maniche e fare tutto il possibile per aiutare i cittadini, specialmente le fasce deboli. Compito che spetta a tutti gli attori del sistema: ministero, Regione, enti locali, Rai, DgTVi. «Bisogna immediatamente agire su più piani - suggerisce Soro - anzitutto compiendo un grande sforzo per una comunicazione più concreta e capillare, che vada ad aggiungersi a quella inizialmente preventivata. Poi occorre destinare una parte dei soldi inutilizzati per il contributo decoder a interventi sulle antenne dei palazzi di Roma, partendo dai quartieri popolari». Ancora: «Va immediatamente affrontata la questione dei ripetitori nelle zone in cui ancora non è stato fatto lo switch off come Rieti e Frosinone». Soro invita anche l'Agcom a intervenire sulla numerazione dei canali sul telecomando. E qui dal garante Corrado Calabrò arriva una pronta risposta: se ne occuperà già domani. Calabrò riconosce ai protagonisti dello switch off di aver fatto un buon lavoro. Critica invece la Rai per non aver spiegato con esempi visivi («come si fa con la scheda elettorale» suggerisce ancora Rao) la procedura di risintonizzazione. Tra tante proteste, disagi e suggerimenti, dalla riunione che si è svolta presso la sede del ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del vice Ministro con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, e dei rappresentanti delle emittenti televisive associate a DGTVi e delle associazioni di Tv locali, emerge un bilancio «nettamente positivo», senza problemi tecnici nelle operazioni di switch off. Circa 87.000 le richieste d'assistenza soddisfatte dal call center del Ministero (800-022000, ancora attivo fino al 19 dalle 8 alle 23, e poi dalle 8 alle 20) nella prima giornata del passaggio al digitale. In netto calo le telefonate giunte ieri (circa 18,000), «segno che i cittadini romani stanno prendendo confidenza con decoder e televisori integrati attraverso i quali possono accedere alla Tv digitale». Come è possibile tanta discrepanza di valutazione? Forse per il fatto che al ministero si parla in ufficio di problemi tecnici, non con un decoder che non va nel salotto di casa.
