Nella Capitale il vecchio sistema di trasmissione si «spegne» il 16. Tutti i canali passano alla nuova tecnologia. Aumenta così l'offerta
«Quasi quasi mi trasferisco a Viterbo: lì il decoder per ora non serve...»: il commesso del megastore dell'elettronica Mediaworld alla Bufalotta ci scherza sopra. Il negozio, racconta, è stato preso d'assalto nelle ultime settimane. Tutti a caccia del decoder. Perché, per chi vuole continuare a guardare la televisione, non c'è molta scelta. Da lunedì parte nel Lazio la seconda fase dello "switch off" dalla tv analogica a quella digitale. Senza decoder o parabola satellitare negli schermi calerà il buio. Dopo Rete4 e RaiDue, tutti i canali passano infatti alla nuova tecnologia. So- ti a caccia del decoder. Per- ché, per chi vuole lo la provincia etrusca è esclusa. Solo la provincia etrusca è esclusa. Si comincia da Roma e provincia e da Latina. Si finisce il 30 novembre con le zone di Gaeta, Formia, Itri e Sessa Aurunca. E in mezzo tutti gli altri comuni. Con l'eccezione appunto della zona di Viterbo. Ogni giorno le operazioni di transizione da una tecnologia all'altra cominceranno alle 10 del mattino ma dureranno diverse ore. Roma sarà la prima grande Capitale a tv digitale, in anticipo rispetto al 2012 fissato come termine ultimo per completare l'operazione in tutta Italia. Per ricevere i canali è necessario disporre o di un decoder digitale (che si collega alla tv attraverso la stessa uscita del videoregistratore), che va collegato all'antenna. L'alternativa è il sistema di ricezione satellitare (quello di Sky, per intenderci), L'acquisto del decoder consente dunque di continuare ad utilizzare i vecchi televisori. Altrimenti, a partire da 150-160 euro (per i 16 pollici), ci sono in commercio tv con decoder incorporato.
In teoria non è necessario cambiare il posizionamento delle antenne, perché i protocolli approvati prevedono che le nuove reti digitali utilizzano gli stessi siti di trasmissione analogica. Questo, però , in teoria. Perché molte antenne a Roma sono vecchie o sono veri e propri «accrocchi» mal funzionanti. C'è quindi il rischio di dover ricorrere all'intervento dell'antennista (costo in convenzione 35 euro). Una volta collegati, molti dei decoder in commercio richiedono l'operazione di sintonizzazione dei canali, che prevede comunque procedure automatiche e semplificate: richiede qualche minuto e viene memorizzata dall'apparecchio. Salvo imprevisti, dunque, non va ripetuta. E se tutto va bene, a questo punto la tv del futuro entrerà nelle case dei romani. I vantaggi sono numerosi: la qualità delle immagini è migliore. La piattaforma digitale permette la trasmissione di un numero di canali nettamente maggiore: attualmente sulla piattaforma digitale terrestre ce ne sono 34 gratuiti a livello nazionale, più quelli locali. E poi ci sono le pay tv, per le quali però è necessario comprare i decoder che hanno l'alloggiamento per la «card» prepagata. Nei pacchetti ci si trova di tutto: dalle partite di serie A e Champions league, ai canali tematici di film o di intrattenimento. Inoltre, i decoder interattivi permetto anche l'utilizzo della tv come una specie di terminale di computer per numerose funzioni di pubblica utilità (invio e ricezione dati per esempio).
Paolo Foschi
