Corriere delle Comunicazioni

Ambrogetti. presidente Dgtvi: Roma prima grande capitale digitale

Se si vuole essere precisi, prima ci sarebbe stata Berlino. Ma lì la diffusione del segnale analogico era residuale, attorno al 10%, a fronte di tanto cavo e di tanto satellite . A Roma invece... A Roma fra Iptv e satellite si arriverà attorno al 15% . In situazioni analoghe come Londra, Parigi e Madrid, lo switch off sarà fra il 2010 e il 2012. E così, da metà novembre, Roma è - se non la prima vera capitale d'Europa - almeno la pi importante per numero di persone coinvolto. Ed è tutto pronto , racconta Andrea Ambrogetti, presidente di DgTvi, l'associazione italiana per lo sviluppo della televisione digitale terrestre che mette assieme gran parte dei principali operatori televisivi italiani.
Presidente Ambrogetti, com'è la situazione? E tutto pronto per lo switch off? Siamo all'ultimo passaggio, ed è il sesto spegnimento che realizziamo, dopo Vai D'Aosta, Sardegna, Piemonte, Trentino e Alto Adige. Riteniamo, considerato che ormai è un passaggio abbastanza rodato, «Sui ripetitori locali dobbiamo cercare di sanare la situazione coinvolgendo Rai e Sviluppo economico» di poter arrivare a un 90% di penetrazione in tempi rapidi.
Affrontiamo i vari problemi che potrebbero emergere. Il tema dell'assegnazione delle frequenze?
Da quello che mi è stato comunicato, per Lazio e Campania siamo in via di soluzione e non ci dovrebbero essere problemi. Dal ministero sono arrivate rassicurazioni in questo senso.
Le antenne vecchie e da sostituire delle abitazioni? Numerazione Lcn? Per quanto riguarda la situazione dell' Lcn (ovvero l'associazione base dei canali ai numeri del telecomando), abbiamo trovato un accordo fra le televisioni nazionali e quelli locali. Ora bisognerà lavorare all'interno delle categorie per trovare una soluzione: non sarà facilissimo, ma è importante e un accordo dovrà essere trovato. Per quanto riguarda le antenne so che la Regione Lazio, come avvenuto altrove, aveva cercato un accordo in modo da renderle disponibili a un prezzo agevolato, ma non so se siano puntuali o in ritardo.
Per quanto riguarda invece i ripetitori gestiti dagli enti locali?
I ripetitori locali sono sorti in modo un po' disorganico, rispondendo ad esigenze locali. Ora bisogna, come è stato fatto in Vai D'Aosta o in Trentino, sanare la situazione coinvolgendo il ministero per lo Sviluppo Economico e la Rai, in modo che queste, che erano iniziative di singoli Enti, vengano coordinate con il contributo di tutti. C'è infine il tema dell'assestamento dei segnali, che in Sardegna ha rappresentato un disagio non indifferente. A Roma speriamo si risolva prima e più facilmente, grazie anche alla diversa conformazione morfologica.
Quali saranno i prossimi passi?
Si andrà avanti con la Campania. L'anno prossimo ci sarà sostanzialmente tutto il Nord Italia: la parte residua del Piemonte, la Lombardia, il Veneto... Direi che da qui ad un anno lo switch off potrà dirsi in gran parte concluso.
Avete già stilato un calendario? Non ancora, la questione è in discussione proprio in questi giorni. In linea di massima saremmo orientati per fare switch over (ovvero lo spostamento di Rai 2 e Rete 4) verso la fine del primo semestre. anche in considerazione del fatto che tra marzo e aprile ci saranno le elezioni regionali. Poi, come abbiamo fatto quest'anno, da settembre a dicembre potremmo proseguire con un'azione di switch off piuttosto significati a che vada in fila su tutte le varie Regioni. Attualmente qual è la penetrazione del digitale terrestre in Italia? Secondo i dati in nostro possesso siamo a 11 milioni e 700 mila famiglie, quindi un po'meno del 50%. Ma già con gli ultimi spegnimenti del segnale analogico di quest'armo contiamo di raggiungere i 15 milioni complessivi, che vuol dire pi del 60%. Se poi contiamo che, come già detto, l'anno prossimo faremo praticamente tutto il Nord...
E invece per quanto riguarda l'offerta televisiva del digitale? Le principali emittenti stanno lanciando nuovi canali. La Rai ha un'offerta importante: 13 canali. Ha fatto scelte in linea con sua missione di servizio pubblico e ha costruito un bouquet di tutto rispetto, all'avanguardia in Europa. Mediaset, per ora, ha scelto di puntare di pi sulla parte pay, che rappresenta l'altra anima del digitale, ma prossimamente potrebbe ampliare la sua offerta free. Magari con Italia 2, un'evoluzione di Italia 1: non ci dovrebbero volere troppi mesi. Senza considerare che, rispetto ai 10 analogici, siamo già a 34 canali nazionali gratuiti.

Matteo Buffolo

 

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