ROMA - Sarà il Parlamento a fissare (in 24 mesi, a meno di sorprese) la durata massima dei contratti con le pay-tv, oppure con le società che ci vendono un abbonamento telefonico, smartphone incluso. Le regole sono quelle che stanno prendendo forma al Senato nel disegno di legge in favore della Concorrenza. Fa un passo indietro, invece, il Garante per le Comunicazioni (l'AgCom) che congela una sua regola in materia. Una regola contestata dalle società perché macchinosa.

Il disegno di legge sulla Concorrenza - già votato dalla Camera ed ora all'esame dei senatori - si concentra sulle offerte promozionali. Sono le esche che Sky, Mediaset Premium e le società della telefonia lanciano in mare con un doppio obiettivo. Pescare nuovi clienti e trattenerli per il massimo tempo possibile dentro la loro rete.

Ecco, il disegno di legge sulla Concorrenza teme proprio questo. Che un'offetta - per quanto vantaggiosa - finisca con il legare il cliente troppo a lungo limitando la possibilità che altre società conquistino quel consumatore. Per questo l'articolo 18 (comma 3-ter) stabilisce che un contratto avrà una durata massima di 24 mesi quando contiene una offerta promozionale. Il principo - già votato dalla Camera - diventerà definitivo se approvato anche dal Senato e di nuovo dalla Camera nella terza e definitiva lettura del disegno di legge.
 
Nell'attesa del voto definitivo del Senato, la durata dei contratti è stata già regolata dal Garante per le Comunicazioni con la delibera 519 del 2015. Ma questa delibera è stata subito contestata da Fastweb e da H3g, perché ha introdotto la doppia fatturazione. Il Garante ha deciso che il contratto base tra la società telefonica e il cliente possa durare al massimo 24 mesi (con una prima fattura). Quando però il cliente riceve anche uno smartphone o un decoder, il pagamento rateale di questo macchinario può durare anche oltre i 24 mesi (seconda fattura).
 
Fastweb ed H3g hanno fatto notare che questo meccanismo complica la vita ai consumatori. E genera dei costi per le società telefoniche o della pay-tv, costrette ad aggiornare i loro sistemi informatici per gestire la doppia fatturazione. Dubbi anche sul piano legale, perché queste società avrebbero venduto il servizio telefonico o televisivo per massimo 24 mesi e il bene fisico (lo smartphone, il decoder) con una rateizzazione più lunga di 24 mesi.
 
Venerdì scorso, la retromarcia improvvisa del Garante che - con una nuova delibera, la numero 630 - congela questa sua regola della doppia fatturazione. Il Garante non riconosce di aver creato una soluzione pasticciata. Motiva il suo ripensamento con la sovranità del Parlamento. In pratica, il Garante si rimette al disegno di legge in favore della Concorrenza ormai vicino alla sua definitiva approvazione. Poiché questa legge è norma primaria, appena votata avrà comunque il sopravvento sul regolamento del Garante. E dunque non ha senso tenere in vita il regolamento del Garante (articolo 5 sulla durata dei contratti) mentre prende corpo una soluzione diversa alle Camere. E così ci siamo salvati dal pasticcio della doppia fatturazione.

La Repubblica.it   7 dicembre 2015

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