La commissione di Vigilanza sulla Rai ha votato il parere sulla riorganizzazione dell'offerta informativa della tv pubblica. L'ok alla risoluzione nella sua ultima stesura ¬ messa a punto dal relatore Pino Pisicchio (presidente gruppo Misto, un capolavoro di mediazione) ¬ dà il via libera alla riforma del sistema informativo presentata dal direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, ma pone precisi paletti che impegnano i vertici di Viale Mazzini a porsi "l'obiettivo di garantire il pluralismo e quindi l'identità editoriale delle singole testate giornalistiche". Anzi, le testate sono elencate tutte: Tg1, Tg2, Tg3, TgR, Rai News e Rai Parlamento, tanto per sottolineare che anche con un eventuale accorpamento non deve essere annullata la "precisa linea editoriale", coerente con la rispettiva rete, mantenendo quella varietà di voci alle quali gli ascoltatori sono "fedeli" e affezionati e che hanno effetti sullo share dell'informazione televisiva e che implica quindi "un suo valore commerciale", come sottoliena Pisicchio.
Il voto a Palazzo San Macuto oggi alle 15 è stato rapido, dopo tanti rinvii e in mezzo alle forche caudine della discussione sulle riforme alla Camera, è stato anticipato da un'intervista del dg della Rai Luigi Gubitosi molto provocatoria nei confronti dei parlamentari. A Repubblica il dg ha spiegato di voler andare avanti con la sua idea ell'accorpamento delle testate in due Newsroom informative (e poi una sola) e ha puntato il dito proprio sui politici accusandoli di essere, insieme ai sindacati, il "partito della conservazione" e, in pratica, di boicottare la sua volontà di riforma. I toni del direttore generale non sono piaciuti in Vigilanza, ma i commissari si sono concentrati sulla relazione Pisicchio: il Pd non ha presentato emendamenti, Forza Italia (con Minzolini alla difesa del pluralismo e Gasparri che rivendica l'autonomia delle testate) li ha ritirati e così Airola dei 5 Stelle, che però ha aperto il via a un dibattito sulla deontologia dei giornalisti e sulla loro autonomia dalla politica. In sostanza si da il via libera al dg Rai perché crei anche le newsroom, risparmi (presentando i conti), renda più efficiente e senza sprechi il sistema dell'informazione tv, ma non faccia scomparire i marchi dei Tg con le loro identità (se pur nate dalla lottizzazione). E, soprattutto, agisca "tenendo conto delle indicazioni" del Parlamento, tanto più con un voto all'unanimità. Un invito quindi a riformulare il piano sull'informazione, informandone la commissione parlamentare prima del voto in Cda. Fra i 17 punti indicati dal testo approvato (vedi documento) c'è anche l'invito a selezionare i direttori di testata con un "avviso pubblico" pubblicato sul sito Rai.
"Abbiamo affermato come l'informazione libera e plurale sia un principio condiviso ed ineliminabile per la Rai .. Non si poteva non cambiare il sistema dell'informazione pubblica italiana, è giusto ridurre le spese ma è altrettanto giusto non ridurre l'informazione", ha dichiarato all'Ansa il presidente della Commissione Roberto Fico. "Tutto il cda dovrà tenerne conto perché si trova sul tavolo una posizione di tutte le forze parlamentari. La presidenza della commissione di Vigilanza ha già fatto pervenire al presidente Tarantola e a tutto il cda la risoluzione approvata. Toccherà quindi allo stesso consiglio di amministrazione far in modo che Gubitosi assorba le indicazioni". "La commissione - conclude Fico - dovrà avere il dettaglio dei 100 milioni di euro di risparmio previsti dal piano, sui quali dovremo essere informati puntualmente".
Non hanno digerito l'intervista di Gubitosi il Pd Anzaldi che ha chiesto un'audizione appoggiato dal capogruppo Peluffo che si chiede: "Vorrei capire di cosa parla il dg e cosa ha fatto in questi anni". Prima Comunicazione 12/2/2014

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