In soli quattro anni, dal 2008 al 2012, i ricavi complessivi del settore dell'emittenza televisiva locale nel Lazio sono scesi da 52 milioni di euro a 41 milioni, con una riduzione media superiore al 20 per cento. Mentre gli introiti pubblicitari sono dimezzati. med 4Sono circa il 20 per cento in meno gli addetti nelle Tv laziali, che sono così passati da 586 a 411. Questi alcuni numeri del rapporto 'I servizi media audiovisivi nel Lazio, curato da ITMedia Consulting e Corecom Lazio, il Comitato regionale per le Comunicazioni. Uno studio che analizza e fotografa lo stato di crisi del panorama audiovisivo regionale dopo il passaggio dall'analogico al digitale terrestre. Ma che suggerisce anche una strategia di rilancio.
"La ricerca - dicono al Corecom - legge e interpreta le trasformazioni avvenute nel paesaggio audiovisivo italiano. La diffusione del digitale terrestre ha provocato impatti rilevanti sul sistema, in termini di discontinuità e cambiamento. La moltiplicazione del numero di canali e l'affermarsi di nuove modalità di fruizione rappresentate in particolare dall'offerta tematica in chiaro, hanno trasformato e per molti versi messo in crisi la struttura tradizionale di mercato". Nel Lazio la transizione al digitale terrestre risale al 2009 e ha interessato complessivamente 1.223 impianti e circa 4.830.000 abitanti. Gli operatori televisivi coinvolti sono stati 72, di cui 7 nazionali e 65 locali. E' aumentato il numero di programmi disponibili, oggi circa 153. "Il processo ha avuto ripercussioni sui costi sostenuti tanto dalle emittenti nazionali quanto dalle locali - spiegano al Corecom - soprattutto per queste ultime, laddove all'aumento dei costi ha fatto rincontro una drammatica riduzione delle entrate, soprattutto sul versante della pubblicità, in corrispondenza con la crisi economica generale, mettendo in discussione la sostenibilità del settore". Il confronto è impietoso. Prima dello switch-off nel Lazio c'erano 56 canali televisivi, controllati da 50 editori, praticamente nella nostra regione trasmetteva il 10 per cento delle emittenti locali di tutto il territorio nazionale. Per numero di televisioni il Lazio era la terza regione dopo Sicilia (103) e Campania (67). A fine 2013, il numero di soggetti autorizzati è sceso a 49.
Eppure una strada per uscire dalla crisi c'è. "Le Tv locali - conclude il Corecom - possono trovare la loro ragione di esistenza nell'ottica di garantire un pluralismo informativo e un'attenzione dedicata alle problematiche del territorio in cui operano. La qualità tecnica e professionale dell'informazione rappresenterà nel futuro il vettore più importante per orientare le scelte e i gusti del telespettatore". E' necessario però investire, non tagliare. Di questo e di tante altre problemi si parlerà martedì 25 novembre, ore 9.00, al convegno organizzato dal Corecom Lazio presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa in Corso Vittorio 349 a Roma.
Roma Report.it di Alfonso Vannaroni | Pubblicato il 20-11-2014 alle 15:54 | © Riproduzione riservata