Disney boccia la tv dei ragazzi. Considera inadeguata - scrive La Repubblica - la qualità dei cartoni animati italiani e l'Autorità garante delle comunicazioni le dà ragione. Così ha esonerato la multinazionale dall'obbligo di legge di destinare il 10 per cento della programmazione e degli introiti netti a "opere europee di produttori indipendenti e opere cinematografiche di espressione originale italiana", sui suoi canali tv (Disney Channel, Disney Xd, Disney Junior, Disney in English). Protestano i produttori: «Siamo interdetti. Questo settore fattura 100 milioni di euro in Italia. La Rai vi investe 18 milioni di euro. Secondo stime fatte sui bilanci di Walt Disney Italia, per noi questo esonero è una perdita di circa 10 milioni di euro», dice Alfio Bastianich, presidente Asifa, l'associazione di autori e professionisti dell'animazione in Italia. In questi giorni Asifa e altre associazioni di settore (come Writers Guild e Cartoon Italia) stanno meditando un'azione comune: un ricorso al Tar del Lazio. Hanno tempo fino a novembre, dato che la delibera Agcom è stata pubblicata (in sordina) a settembre. La decisione infatti risale a marzo scorso, ma è stata diffusa da Agcom sei mesi dopo, insieme ad altre delibere analoghe, che esonerano emittenti come Fox International e Discovery Italia. Tecnicamente si tratta di una "deroga parziale" a quell'obbligo di legge e vale per il biennio 2013 e 2014: «È quindi retroattiva. Adesso la nostra battaglia sarà di cercare di recuperare quanto perso e di evitare che la deroga sia confermata anche per gli anni a venire», aggiunge Bastianich. Ma non c'è solo il danno economico. «C'è un aspetto che è persino offensivo per il made in Italy, nella delibera Agcom», aggiunge Giovanna Koch, presidente di Writers Guild Italia (che raccoglie gli sceneggiatori nostrani). «A quanto si legge, infatti, Disney ha detto di non poter investire nei nostri prodotti, sui loro canali, perché non trova contenuti di qualità sufficiente. E per questo motivo ha chiesto una deroga. Notate la gravità: una nostra istituzione, accogliendo la richiesta della multinazionale, ha messo nero su bianco che i programmi italiani non sono buoni abbastanza», continua Koch. Secondo la delibera, Disney avrebbe trovato solo prodotti europei (non italiani) in sintonia con la sua linea editoriale, con i livelli di qualità richiesti e con le esigenze del suo target di riferimento, ma non poteva utilizzarli in Italia perché i diritti di trasmissione sono stati acquisiti da altri operatori. «È un danno enorme al settore audiovisivo e alla creatività italiane, che pure ha partorito opere di grande successo nel settore contestato da Disney: come le Winx», dice Bastianich. «È una decisione paradossale anche perché c'è una prova che siamo in grado di fare prodotti in linea con le esigenze di Disney: stiamo producendo, con Rai e Disney Emea, la serie di Calimero in Francia», dice Anne Sophie Vanhollebeke, producer della serie e vice presidente di Cartoon Italia, che raccoglie i produttori del settore. «È vero che l'Italia è debole sulle fiction per ragazzi -- di cui uno dei pochi esempi è Mya ma abbiamo ottimi cartoni animati per bambini, come Topo Tip, Giulio Coniglio, La Pimpa», aggiunge. «Ma Agcom ha deciso a favore di Disney senza nemmeno consultarci, limitandosi a prendere per buone le loro considerazioni sui nostri prodotti», continua. Da Agcom fanno sapere che i produttori italiani non sono stati consultati perché, «in occasione di una precedente delibera (2013), da cui discende quella su Disney, i loro rappresentanti -- Apt e Anica -- non hanno espresso l'intenzione di partecipare a successive consultazioni». «Apt e Anica non rappresentano tutti i produttori e nessuno di quelli che fa animazione», ribatte Koch. «Ci sembra comunque paradossale che i nostri produttori non abbiano la forza di difendere il made in Italy». ilVelino/AGV NEWSRoma - 30 ottobre 2014

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