Tv locali, via al gran giro di ballo per la liberazione delle frequenze destinata a risolvere il caso "interferenze". L'Agcom pubblica oggi la black list dei canali che dovranno essere spenti entro fine anno, al centro di ripetute segnalazioni internazionali perché disturbano le trasmissioni di Paesi confinanti. Spetterà poi al ministero dello Sviluppo stabilire quali sono le emittenti coinvolte nello spegnimento e di conseguenza la distribuzione dei 20 milioni previsti per il risarcimento delle Tv costrette a lasciare la partita.
La delibera (480/14/Cons) rientra però in un gioco più grande: la modifica "del piano nazionale di assegnazione delle frequenze" per la Tv in digitale terrestre di oggi è solo il primo passo verso il completo riordino di tutto lo spettro radio italiano in vista dell'assegnazione della banda 700 Mhz anche alle Tlc: nell'etere dei prossimi anni le frequenze della lista nera non ci dovranno più essere.
Il documento dà il "la" a una serie di grandi manovre che coinvolgeranno, per il momento, le emittenti locali. L'obiettivo è risolvere il nodo "interferenze" causate ai Paesi confinanti dalle trasmissioni di una serie di emittenti a cui erano state assegnate, nel corso di passate legislature, frequenze "abusive", non previste cioè dalla Conferenza di Ginevra del 2006. Tra le altre, sono risultate disturbate dalle Tv italiane le trasmissioni di Croazia, Svizzera e Francia.
Agcom prevede che vengano liberati 76 multiplex su tutto il territorio nazionale. Il che significa che un numero superiore di emittenti (ogni frequenza può trasportare i programmi di varie Tv) dovranno chiudere o "scambiarsi" di frequenza con altre emittenti.
Stando alla tabella pubblicata la Regione più "virtuosa" è il Piemonte che dovrà liberare un solo canale. La Puglia (insieme alle Marche) la regione più colpita: su soli tre dei 12 canali pugliesi esclusi dalle future pianificazioni si appoggiano infatti 16 emittenti.
Fra i nodi che dovranno essere superati i problemi posti dalle graduatorie regionali: qualcosa potrebbe non tornarw fra i canali "interdetti" e le graduatorie regionali. Molte delle emittenti che trasmettono sui canali incriminati risultano "promossi" dalla graduatoria. (di r.c.) Corriere delle comunicazioni ©RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Ottobre 2014


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