Da www.ilsole24ore.com
Fra i tanti deficit che deve affrontare oggi il Belpaese c'è anche quello inerente il livello di preparazione (distribuite per fascia di età) in materia di capacità di utilizzo di computer e relativi programmi e il numero di laureati informatici e materie simili. I dati, che vedono miseramente l'Italia nelle posizioni di retrovia, sono quelli compilati dall'Eurostat in occasione della recente E-skills week, la settimana delle competenze elettroniche.
Se guardiamo alla percentuale di dottori in scienze informatiche relativamente all'anno 2009, solo la Romania - fanalino di coda con lo 0,9% - presenta un dato peggiore di quello italiano, che si ferma all'1,3% (e contempla solo il livello 5 Isced, International Standard Classification of Education) ed è nettamente inferiore alla media europea del 3,4 per cento. Certo anche l'Europa dei 27 nel suo insieme non brilla, tanto più che rispetto al 2005 la percentuale in questione è in discesa di 0,6 punti, ma il parametro che ci riguarda da vicino è preoccupante. In altre parole, solo poco più di un italiano su cento si presenterà al mercato del lavoro con in tasca una laurea in ambito informatico: dato irrisorio se pensiamo al ruolo che le tecnologie Ict hanno assunto nello sviluppo e nella crescita dell'economia. Per non parlare ovviamente del loro compito naturale di propulsori all'innovazione.uardando alla tabella redatta dall'Eurostat ci si accorge inoltre del fatto che a crescere sensibilmente in materia di "skill" dedicati sono Paesi come Macedonia (passata dall'1,2 all'8,1% di laureati informatici sul totale), Malta (dall'1,9 al 5,6%), Croazia (dal 2,4 al 4%) e Ungheria (dal 2 al 3,4%) mentre Portogallo (in flessione dal 5,1 all'1,7%) e Regno Unito (dal 5,9 al 4%) sono quelli che hanno evidenziato involuzioni più significative. Austria (con il 5,6%), Spagna (5,1%), Cipro (4,7%) ed Estonia (4,4%) sono infine le nazioni che guidano nell'ordine la graduatoria (la Germania è al 3,6% e la Francia al 4%).Riguardo l'uso dei computer, il giudizio che emerge per l'Italia non è troppo migliore. L'Eurostat ha preso in considerazione due fasce d'età - la popolazione adulta dai 16 ai 74 anni e quella giovane dai 16 ai 24 - individuando quattro categorie di abilità. Su base europea, il 63% degli adulti dichiara di saper compiere operazioni elementari, il 43% di non avere problemi ad utilizzare un foglio di calcolo sul pc per le formule aritmetiche di base, il 31% si reputa capace di realizzare presentazioni avvalendosi degli appositi software e il 10% di scrivere un programma. Il Belpaese, purtroppo, evidenzia percentuali inferiori alla media Ue dei 27 in considerazione del fatto che al livello base vi arriva solo il 54% di italiani tra i 16 e i 74 anni e l'85% dei giovani tra i 16 e i 24, rispetto all'89% europeo. Di fronte all'eccellenza scandinava, in Finlandia 37 giovani su 100 hanno la capacità di scrivere autonomamente un programma, l'Italia si conferma indietro anche per ciò che concerne i concetti rudimentali nell'uso di un computer. Nella fascia tra i 16 e i 74 anni, infatti, quattro italiani su dieci (il 39%, rispetto al 22% della media Ue e il 6% di Danimarca, Lussemburgo e Paesi Bassi) ammettono di non aver mai usato un pc nella loro vita e più di un individuo adulto su due (il 54% di cui sopra) non è in grado di spostare un file o copiare una cartella sul desktop.Il solco nei confronti dei Paesi più importanti e di quelli nordici è quindi oggettivo ed aumenta in relazione al crescere delle abilità. Solo un terzo degli italiani dai 16 ai 74 anni è capace di fare operazioni aritmetiche usando un foglio di calcolo come Excel, meno di uno su quattro sa creare una presentazione con PowerPoint e nove su cento assicurano di cavarsela con i linguaggi di programmazione. Il problema di mancanza di competenze in materia di computing ed informatica si manifesta, e questo è forse il punto su cui riflettere, anche nella fascia dei 16/24: un giovane italiano su dieci non ha infatti mai usato un computer (la media europea scende al 4%) e paga un gap di oltre 20 punti al cospetto degli under 25 dei Paesi più informatizzati.

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