Da www.repubblica.it
Rischia un rinvio la rete mobile 4G italiana. Il campanello d'allarme arriva oggi: il Tar del Lazio ha sospeso la liberazione delle frequenze più pregiate a favore degli operatori mobili, che le avevano ottenute con l'asta 4G dell'anno scorso. Sono i canali 61-69 delle frequenze 800 MHz, che le tivù locali dovrebbero liberare per gli operatori entro il primo gennaio 2013, secondo un decreto del Ministero allo Sviluppo Economico (del 23 gennaio 2012). Serve questo per permettere loro di lanciare la nuova generazione già quest'anno, come sarebbe nelle intenzioni annunciate da Tim, Vodafone, 3 Italia e Wind. Adesso torna tutto di nuovo in ballo: il Tar ha sospeso il decreto, ritenendo la questione urgente. Il 18 aprile si esprimerà con un giudizio di merito, in cui confermerà o revocherà la propria decisione.
I motivi della sospensione non sono ancora stati resi pubblici dal Tar, ma le associazioni di tv locali Aeranti-Corallo e Frt fanno sapere che in generale quel decreto si è rivelato inattuabile in molti casi e ha sollevato diverse polemiche. "A quanto ci risulta, il ricorso è stato accolto perché il Ministero ha negato la possibilità di liberare le frequenze che le emittenti hanno ottenuto per via giudiziale", dice a Repubblica. it Rosario Donato, direttore generale di Frt. Il Ministero ha stabilito un indennizzo (175 milioni di euro complessivi) alle tivù locali che liberano le frequenze. Alcune di loro lo ritengono insufficiente. "Altre invece, a quanto pare,
vorrebbero poter cedere le frequenze per incassare i soldi, ma non possono farlo per via di quella clausola ministeriale", continua Donato. "Ma ci risulta anche che alcune tivù locali siano andate al Tar del Lazio contro l'esiguità dell'indennizzo", aggiunge.
In generale, inoltre, le tivù locali sostengono che il ministero se la sia presa troppo comoda con la pubblicazione delle norme specifiche e questo impedirà loro di spostare i propri impianti entro fine anno. Chiedono almeno un mese di proroga per liberare le frequenze. Quindi fino a febbraio 2013, se tutto va bene.
Il dettaglio è in una nota pubblicata oggi da Aeranti-Corallo e Frt: "Il ritardo nella pubblicazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico dei decreti di fissazione delle date relative agli switch-off 2012 e il ritardo nella emanazione da parte della Agcom del piano di assegnazione delle frequenze per le regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, con conseguente ritardo nella emanazione da parte del Ministero dei bandi per l'assegnazione dei diritti di uso delle frequenze e per l'attribuzione delle numerazioni "LCN" impedisce di effettuare la transizione nelle suddette regioni nei tempi calendarizzati".
Che succederà adesso? A quanto risulta, il Ministero sta per andare al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. Di contro, però, le tivù locali potrebbero continuare con i ricorsi e ottenere altro tempo per la liberazione. Hanno interesse a tirarla per le lunghe, per provare a farsi aumentare gli indennizzi.
Certo è che sono brutte notizie per gli utenti italiani: il 4G sembrava già imminente, visto che Tim e Vodafone hanno cominciato le sperimentazioni al pubblico 1. Il tutto mentre continuano a moltiplicarsi chiavette, cellulari (Nokia, Samsung, Lg) e persino tablet (il nuovo iPad) dotati di accesso 4G (tecnologia Lte, Long term evolution). I vantaggi sono una navigazione internet molto migliore rispetto all'attuale rete: più veloce fino al doppio in download e dieci volte in più in upload (invio dati). E tempi di latenza molto più bassi. Significa poter aprire siti, scaricare e inviare file molto più rapidamente; ma anche fare cose che finora sono stato poco funzionali su rete mobile: come le video chiamate ad alta definizione. Gli utenti italiani avranno tutto questo nei prossimi mesi. Tar del Lazio e tivù locali permettendo.