Da www.ilsole24ore.com

Secondo il rapporto Gartner "Top Industries Predict 2012", stilato sulla base di dati raccolti fino alla fine di novembre dello scorso anno, l'offerta di prodotti assicurativi e bancari è un'estensione naturale delle potenzialità offerte dalle reti sociali. Questa propaggine affonda in un terreno più che fertile, ovvero le informazioni che i social-addicted forniscono in modo più o meno consapevole.
L'acquisto di una nuova casa, la nascita di un figlio o il raggiunto pensionamento, sono tutti dati che attirano (e da sempre hanno attirato) i fornitori dei servizi più disparati. Ancora oggi assicuratori e bancari sfogliano gazzette ufficiali e registri a caccia di notizie utili per potere presentare ai clienti offerte mirate, il fatto di potere attingere ad un bacino di oltre 800milioni di utenti da' ragione all'ipotesi sostenuta nel rapporto, peraltro corroborata da un'osservazione fatta diversi mesi fa da un'analista dello stesso gruppo, Juergen Weiss, che si limitò però a descrivere il beneficio del social networking appannaggio delle sole compagnie di assicurazioni.
Non ci sono però solo le informazioni rese pubbliche dagli internauti a dare man forte a questa logica; il sempre crescente numero di transazioni online ha da tempo spinto gli istituti di credito ad aprire pagine aziendali sui principali social, LinkedIn e Facebook in primis, Twitter e Google+ in tempi meno remoti, fino ad arrivare ad pubblicare le foto delle famiglie degli impiegati su Flickr, per trasmettere immagini di serenità e di affiatamento.
Se da una parte - quella dei potenziali clienti - giocano ruolo di primaria importanza la certezza di investire il proprio denaro in modo sicuro e le paure più esposte che spingono a stipulare polizze, dall'altra parte c'è la necessità di aumentare il livello di competitività e di trovare nuovi sbocchi per le proprie offerte di servizi. Se da questo punto di vista le reti sociali sono terreno fertile, non è affatto da escludere che lo sia anche la Rete. Visibilità, potenziale di penetrazione del mercato e ingente liquidità a disposizione potrebbero spingere anche Google a fornire servizi di questo tipo, magari firmando patti e joint-venture con aziende già operanti nel settore. Un profondo cambiamento che - seppure ancora agli albori - è destinato a regolare il mercato nei prossimi anni, tanto da spingere Garnter a definirlo come una "reale minaccia per quegli istituti che non sapranno adeguarsi".