Da www.corrierecomunicazioni.it

In Uk Ofcom ha stoppato il rinnovo automatico, ma occorre aspettare per valutare gli effetti su mercato e concorrenza.
Nuove regole? Notizie dal Vecchio Continente. Lo scorso 13 settembre l'Ofcom, in esito alla consultazione pubblica avviata il 3 marzo, ha deliberato nuove regole per i contratti di linea fissa e banda larga. A partire dal prossimo 31 dicembre, non sarà più possibile per gli operatori rinnovare automaticamente i contratti già stipulati con i clienti residenziali e le piccole aziende con meno di 10 dipendenti.

Prima di analizzare le ragioni della decisione, è necessario spiegare in che cosa consistano i contratti così detti automaticamente rinnovabili (Automatically Renewable Contracts - Arcs). Nel mercato delle comunicazioni al dettaglio, gli Arcs sono quei contratti che, al termine di ciascun periodo contrattuale minimo (Minimum Contract Period - Mcp), consentono automaticamente il rinnovo di un nuovo Mcp, a meno che il cliente non comunichi in modo proattivo, al proprio provider di comunicazione (Communication provider - Cp), la volontà di recedere. Il periodo contrattuale minimo è un determinato periodo di tempo in cui un cliente si impegna a non cambiare operatore, essendo di solito soggetto ad un supplemento di estinzione anticipata (Early Termination Charge - Etc) laddove desiderasse porre fine al contratto stesso.

Per comprendere appieno la scelta Pdell'Ofcom di "bandire" i contratti automatici, occorre soffermarsi a valutare il saldo tra i costi e i benefici associati alla formula contrattuale. Sul versante dei costi è possibile evidenziare due ordini di effetti. Il primo è di tipo diretto ed incide sull'innalzamento dei costi gravanti sul consumatore nella scelta di modificazione del proprio operatore di riferimento (switching costs). In altre parole, vincolare il consumatore, tramite la formula del rinnovo automatico e prevedere una penale nel caso di recesso, determina un effetto lock-in per il consumatore che contribuisce a rendergli più onerosa l'opzione di uscita dal contratto. Il secondo indiretto, si coglie guardando al mercato nel suo insieme. Il meccanismo degli Arcs, innalzando gli switching costs, crea una barriera all'uscita che incide sulla dinamica concorrenziale. Infatti, la previsione del rinnovo automatico e del sistema delle penali, vincolando le scelte dei consumatori, contribuisce ad ingessare il mercato e a ridurre il grado di concorrenza effettiva tra operatori, il tutto ad ovvio vantaggio degli incumbent.

A fronte di siffatti costi è possibile evidenziare un eventuale beneficio. Il rinnovo automatico riduce i costi (tempo, negoziazione, rischi di interruzione del servizio) derivanti dal dover riconfermare il proprio contratto. Peraltro, la delibera Ofcom fa salva la validità per i contratti relativi alle imprese con più di 10 dipendenti, per i quali tali benefici risultano più significativi. L'Ofcom ha ritenuto che i costi fossero di gran lunga superiore ai benefici ed ha dunque previsto l'abolizioni di queste formule contrattuali dal 31 dicembre 2011. La soluzione, tuttavia, non sembra aver sciolto totalmente i nodi legati agli effetti provocati sia ai consumatori sia alla dinamica concorrenziale. La modifica apportata alle condizioni generali di contratto è stata di eliminare esclusivamente l'automatico rinnovo dei contratti e di sostituire il periodo contrattuale minimo con il periodo di impegno iniziale.

A partire dal prossimo anno i clienti dovranno, quindi, alla fine di ogni initial commitment periodo, decidere se restare con il precedente operatore (opt in). Alla stipula del nuovo contratto, pur rimanendo con lo stesso operatore, comincerà un nuovo periodo di impegno iniziale. Non ci resta da aspettare per valutare gli effetti di questa nuova modifica.

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