Da www.corrierecomunicazioni.it
Le proposte del commissario all'Agenda digitale Neelie Kroes su come regolare le reti telecom scatenano le proteste degli incumbent. Se la Kroes sostiene che abbassare i prezzi di accesso wholesale alle reti in rame potrebbe stimolare gli investimenti in fibra, oggi le grandi telco europee replicano che l'effetto sarebbe esattamente l'opposto: si renderebbe ancora più difficile per l'industria telecom trovare i 270 miliardi di euro che la Kroes stessa ritiene siano necessari per costruire le Ngn in Europa e realizzare gli obiettivi dell'Agenda digitale.
Anzi, secondo César Alierta, chairman e chief executive della spagnola Telefónica: "Abbassare i prezzi del rame vuol dire mettere la parola fine alla Digital agenda. Non abbiamo certo intenzione di spendere soldi a tutto beneficio dei nostri concorrenti, mi sembra chiaro".
Franco Bernabè di Telecom Italia ha dichiarato che gli obiettivi della Kroes sono "irrealistici" allo stato attuale dell'industria telecom in Europa, che si trova a fronteggiare un declino delle entrate. Per Bernabè la posizione della Commissione europea equivale a: "Se si muove, lo tassi; se continua a muoversi, lo regoli; se muore, lo sovvenzioni".
Jean-Bernard Levy, chairman di Vivendi, ha detto che l'industria non approva la "iper-regolamentazione", soprattutto oggi che è alle prese con la necessità di investire sia nella fibra che nelle reti mobili 4G. Per Levy gli operatori devono trovare modi per far pagare i content provider come il servizio di video-streaming YouTube di Google, che trasportano moli ingenti di contenuti agli utenti, ma non devono investire nelle reti: "Occorre che tutti partecipino allo sforzo", afferma Levy.
La Kroes ha risposto di non essere contraria ad accordi del genere, purché gli Internet provider siano trasparenti sui loro contratti e i consumatori abbiano sempre la possibilità di passare rapidamente da un Isp all'altro.
Per la Kroes è fondamentale che l'Europa proceda unita nel decidere le questioni che riguardano telecomunicazioni e Internet: per questo non ha gradito, ha detto, l'intervento del governo olandese a inizio anno in merito alla net neutrality, definendolo "dettato dalla passione e non dai fatti" e invitando ad azioni ponderate e coordinate a livello europeo.
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