Da: www.repubblica.it

BERLINO - Hanno decretato il successo degli smartphone e dei tablet, contribuendo contemporaneamente a creare un mercato completamente nuovo e inatteso, pieno di possibilità per i grandi gruppi e per i piccoli sviluppatori con buone idee. Ora le "apps", i mini software che spopolano sui cellulari di ultima generazione, trasformandoli in strumenti in grado di fare praticamente ogni cosa, promettono di rivoluzionare anche quel moloch immutabile chiamato tv. E regalano ai grandi produttori per la prima volta dopo anni l'ebrezza (vedremo quanto illusoria) di poter invertire la tendenza che vedeva la vecchia tv lentamente ma inesorabilmente messa da parte in favore di console e pc.

All'Ifa 2011, il più importante appuntamento europeo per l'elettronica di consumo in corso a Berlino fino al 7 settembre, le parole più ascoltate sono "smart tv". Decisamente, non è la prima volta che l'industria, fin dai tempi del tubo catodico, annuncia l'arrivo dell'intelligenza nelle tv. Un miracolo, è il caso di dirlo, che di volta in volta sarebbe stato possibile per intercessione di innovazioni diversissime: i decoder interattivi, la connettività internet, i dispositivi per il video on-demand, e così via. Ottime intenzioni che, all'atto pratico, hanno portato poco o niente di rivoluzionario: dopo tutto, l'uso medio della tv resta lo stesso di cinquant'anni fa. E il mezzo ha iniziato a soffrirne, anche in termini economici: le console o i pc, nel momento stesso in cui rosicchiano minuti preziosi all'uso della tv da parte degli utenti, si prendono anche una fetta del denaro che i consumatori avrebbero speso per comprare un nuovo televisore.

I produttori di tv hanno ben presente il problema, ma pensano di aver trovato anche la soluzione: sfruttare le tecnologie esistenti per creare un ecosistema che renda la tv flessibile e divertente come un tablet. La parola chiave del ragionamento è, appunto, app: con una connessione internet e una piattaforma per gli sviluppatori, il vecchio televisore può diventare una tentazione irresistibile per chiunque abbia un'idea, un prodotto, un servizio e voglia farlo arrivare alla vasta platea potenziale dei possessori di tv. Una volta creato un mercato di apps televisive degne di questo nome (è il ragionamento dei produttori) forse una fetta di consumatori sarà invogliata a cambiare la vecchia tv con una "smart tv". E la luce blu, sperano, continuerà a dominare nei salotti per chissà quanti anni ancora.

La battaglia è appena iniziata, ma il fronte è già spaccato in due: da un lato ci sono Lg, Sharp e Philips, che proprio all'Ifa hanno appena annunciato l'intenzione di proporre uno standard condiviso che permetta agli sviluppatori di creare apps in grado di funzionare invariabilmente sui televisori di tutti e tre i produttori. Dall'altro si trova Samsung che, forte di numeri da dominatore del mercato, dichiaratamente rifiuta standardizzazioni in questo campo convinta, per bocca dei suoi dirigenti, di poter tenere a distanza di sicurezza la concorrenza con la qualità e la quantità della sua offerta. Entro la fine dell'anno, spiegano da Samsung, il loro App Store conterrà oltre mille titoli, di cui circa duecento localizzati per il mercato italiano, e ha già toccato quota 10 milioni di apps scaricate.

Se il fronte diviso delle tv riuscirà a rispondere alla sfida dei device personali, e se questo accadrà grazie allo sviluppo di standard comuni o con l'imposizione di un dominus del mercato, si vedrà nei prossimi mesi. Nel frattempo, un'idea degli orizzonti che potrebbero aprirsi grazie alle smart tv l'ha data proprio all'Ifa un produttore minore, la Vestel, che ha annunciato una partnership con BitTorrent per vendere un tv che permetta di scaricare e condividere video attraverso il controverso sistema di file sharing. Un annuncio passato quasi inosservato, che però dà bene l'idea di cosa potrebbero diventare i televisori qualora si spalancassero le porte alla creatività degli sviluppatori. Una scintilla che potrebbe scatenare un incendio spettacolare, difficile da controllare anche per chi ha voluto appiccarlo.

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