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Restano in vigore le regole fissate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sull'ordinamento automatico dei canali della tv digitale sul telecomando. Il Consiglio di Stato ha sospeso l'esecutività della sentenza del Tar del Lazio che aveva annullato la delibera Agcom relativa alla LCN (Logical channel number): la VI Sezione del massimo organo della giustizia amministrativa, nel collegio presieduto da Giuseppe Severini, ha confermato con un'ordinanza la decisione assunta il 2 agosto con decreto presidenziale. Contro la pronuncia del Tar avevano presentato ricorso la stessa Agcom e il Ministero dello Sviluppo Economico, sostenuti pienamente da DGTVi e da Aeranti-Corallo.
Bisognerà attendere a questo punto il giudizio di merito che significherà l'ultima parola sulla vicenda.
L'accoglimento del ricorso d'urgenza è stato motivato, con il fatto che "appaiono sussistere i presupposti della gravità e dell'urgenza posti a base del decreto decisorio richiesto (la sospensiva, ndr), tenuto altresì conto che - nella comparazione degli interessi coinvolti dalla controversia - si configura allo stato prevalente quello di rilievo pubblico inerente alla regolazione del settore di radiodiffusione televisiva".
La decisione del Tar verteva invece su due aspetti in particolare. Un primo procedurale, ovvero i 15 giorni fissati dall'Agcom, sulla base delle norme del Codice delle comunicazioni, per la definizione della LCN erano troppo brevi. Il Tar diceva che ne occorrevano almeno 30. Il secondo aspetto che aveva giocato a favore dell'annullamento della delibera consiliare riguardava i Corecom: a loro era stato richiesto di condurre un sondaggio sulle abitudini e sulle preferenze degli utenti televisivi, i cui risultati erano stati poi utilizzati per definire l'ordinamento automatico dei canali sul telecomando. Il Tar del Lazio ha sostenuto nella sua sentenza che i Corecom non erano l'organismo preposto per questo lavoro di analisi.
Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, ha espresso soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato: "La preoccupazione degli editori televisivi locali era infatti quella di evitare l'apertura di una fase molto lunga di mancanza di regolamentazione in materia, con la conseguente riproposizione del caos nella individuazione dei programmi che ha caratterizzato le trasmissioni digitali in Lazio, Campania e Piemonte Occidentale nel periodo compreso tra gli ultimi mesi del 2009 e la fine del 2010".
"A seguito dei provvedimenti del Consiglio di Stato - ha aggiunto Rossignoli - le televisioni locali continuano ad avere una rilevante presenza nel mercato televisivo, utilizzando 39 numerazioni tra le prime cento, di cui 10 tra le prime 20".

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