Da: www.next-tv.it

Morgan Spurlock è insieme a Michael Moore uno dei più acclamati autori di documentari di denuncia del cinema indipendente americano. È divenuto celebre a livello globale nel 2004 grazie a Super Size Me, il manifesto anti-McDonald's in cui si è scagliato contro gli effetti di un'alimentazione esclusivamente basata sui fast food, cibandosene per 30 giorni consecutivi in ogni loro forma e variazione.

Da allora ha continuato a girare lungometraggi pregni di provocazioni intellettuali, in primis Che fine ha fatto Osama Bin Laden? (2008) e il reality sui lifestyle 30 Days (in onda per 3 stagioni, tra il 2005 e il 2008, sulla pay TV USA)
Dal 17 Agosto Spurlock tornerà sulla seggiola da regista per una miniserie in 6 puntate: A Day in the Life. Questa volta, però, la prima visione sarà online. Il progetto infatti debutterà in esclusiva su Hulu, 22 minuti a episodio più pubblicità, ogni mercoledì sino a fine Settembre.
A Day in the Life, nel consueto stile di Spurlock, seguirà nel corso di 24 ore la vita di personaggi di fama impegnati nelle rispettive quotidiane routine. Si inizia con Richard Branson, il fondatore della Virgin, la cui giornata tipo prevede una cina con la Regina, l'apertura della nuova rotta Londra-Chicago delle linee Virgin America e il rifiuto a presiedere il consiglio d'amministrazione di una fondazione di beneficenza sponsorizzata dall'attore Adrian Grenier. Nelle puntate successive saranno protagonisti il frontman dei Black Eye Peas frontman Will.i.am, il comico canadese Russell Peter e il musicista Girl Talk, guru delle campionature.
Il format, in parole povere, non ha caratteristiche di interattività o affinità con quanto "va in onda" su YouTube. È né più né meno di quanto di norma appare sulla TV tradizionale, nell'occasione però è disponibile solo on demand e solo su Hulu (dunque non visibile dall'Italia).

Un'operazione analoga era stata tentata da Hulu, con scarsissimo successo, lo scorso anno, quando Simon Fuller di American Idol aveva lanciato If I Can Dream. Il web talent show è presto sparito dal radar dei navigatori, salutando il pubblico con un arrivederci che nel tempo si è rivelato un triste addio.
Tuttavia, sulla scia dell'enfasi posta di recente dai concorrenti rispetto ai contenuti premium di lunga durata - si pensi ai celebrity channels annunciati da YouTube insieme al branded entertainment da prima serata che dovrebbe esordire nel 2012, oppure alla sfida di Netflix ad HBO e Showtime sul terreno delle fiction ad alto budget, con House of Cards di David Fincher e Kevin Spacey - la dirigenza di Hulu ha ritenuto doveroso tentare nuovamente.
La transizione da ridistributore online di repliche della programmazione TV di oggi e di ieri a fornitore di programmi originali comporta un rischio finanziario, ma al tempo stesso presenta innegabili vantaggi potenziali. Quando netcasta una stagione dei Simpson dal catalogo FOX, Hulu riceve infatti solo una modesta porzione dei ricavi pubblicitari: dal 25 al 30%. La fetta più larga della torta torna indietro a ABC, NBC e FOX. Senza contare le limitazioni imposte di recente, ad esempio un ritardo di 8 giorni rispetto alla messa in onda lineare per tutte le serie della library FOX.

Con prodotti come A Day in the Life, Hulu trattiene il 100% degli introiti, e può syndicare i diritti di re-run su altri videoportali o in TV, vendere o noleggiare le puntate su iTunes e Amazon, e persino impacchettare un'edizione dvd. Non a caso il compenso di Spurlock sembra sia stato agganciato ai risultati in termini di raccolta pubblicitaria: se verranno raggiunti determinati traguardi nel numero di spettatori e di spot venduti, Spurlock guadagnerà sostanziosi bonus.
Difficile prevedere quanto questa politica editoriale avrà futuro, considerando la probabile cessione di Hulu nel breve-medio periodo, e conseguente rielaborazione dei piani aziendali.
Ma è di sicuro un ennesima dimostrazione di forza per il mercato dell'online video, già segnato nei giorni scorsi da notizie come i 100 milioni di dollari pagati da Amazon per un imponente pacchetto di vecchi show della CBS (Cheers, Star Trek, The Tudors). Lee Moonves, CEO di CBS, ha dichiarato che per il secondo e il terzo trimestre del 2011 i ricavi del broadcaster sono da prevedersi in forte crescita, proprio grazie allo streaming, nuova e provvidenziale fonte di monetizzazione.

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