Da: www.next-tv.it
La linea di confine tra giornalismo su carta stampata e giornalismo audiovisivo è stata da tempo abbattuta, sotto la spinta di una sempre crescente domanda di TV news a tutti i livelli della filiera di settore. Per una volta, non è una novità introdotta dai new media. E tuttavia, proprio grazie agli strumenti di netcasting messi a disposizione da Internet, negli ultimi 2-3 anni i grandi quotidiani hanno potuto attivare un'offerta indipendente di video-informazione in grado di sfidare e fronteggiare l'azione di graduale attrazione magnetica del pubblico verso la televisione.
A trainare i videoportali dei giornali sono spesso eventi dal sapore televisivo, sottratti per mutevoli combinazioni di motivi alle emittenti generaliste. Basti pensare, in Italia, alle web dirette di Santoro, da Raiperunanotte a Tutti in piedi: entra il lavoro. Quest'ultima ha fatto registrare 250.000 utenti unici su Repubblica.it, 50.000 su Corriere.it e 70.000 su Il Fatto Quotidiano (in coincidenza con l'arrivo di Benigni sul palco).
Ma una volta sommati i dati aggregati di utenti unici sul lungo periodo, i numeri dimostrano che è la produzione regolare di contenuti editoriali la vera locomotiva trainante. Fare leva sugli asset già presenti in redazione, declinando anche in formato streaming firme celebri e astri rampanti delle testate, è una strategia che premia. Soprattutto quando l'archivio on demand inizia ad assumere dimensioni significative.
Lo conferma, in questi giorni di drammatica crisi finanziaria, il "palinsesto" di trasmissioni economiche presentato dal Wall Street Journal. La punta di diamante della TV del WSJ è il notiziario The News Hub, esentato dal paywall che oscura gli articoli ai non abbonati, assai evidente in homepage e chiaramente alternativo alla programmazione specialistica di CNBC, Bloomberg e CNN.
Partito a Settembre 2009 con brevi edizioni quotidiane da 8 minuti, online alle 8.30 di mattina e alle 4 del pomeriggio, The News Hub è stato espanso dalla scorsa settimana a maratona ininterrotta in streaming. Svincolata dalle costrizioni d'orario tipiche delle TV tradizionali, The News Hub va così live ogni qual volta emergono novità rilevanti dal mercato azionario in tumulto.
La web diretta non solo consente allo staff del WSJ di aggiornare i suoi navigatori minuto-per-minuto in una fase di panico globale, ma rende il prodotto unico nel panorama dell'online video (nè Bloomberg nè CNBC al momento propongono trasmissioni in live streaming).
Anche rispetto agli standard TV la differenza è evidente. Se la liturgia del programma ricalca gli stilemi consuetudinari, con uno o due conduttori a mezzobusto (i columnist del Journal Kelly Evans, Simon Constable e Kelsey Hubbard), tutto il resto è lontano anni luce dalla patinata perfezione del magazine giornalistico girato in uno studio televisivo.
Luci e audio danno subito l'idea dell'autenticità, calando gli spettatori nel vivo di una redazione in febbrile movimento. I collegamenti con ospiti e altri reporter del WSJ vengono improvvisati all'istante via Skype o altre piattaforme per webcam. Per i testi si va a braccio, senza scaletta, affidandosi alla competenza dei giornalisti "in onda".
Eppure la formula funziona. Il Wall Street Journal Digital Network, sfruttando i 2.000 inviati del giornale sparsi tra New York, Washington, San Francisco, Chicago, Londra, Hong Kong, Pechino e Bruxeless, produce 500 video al mese. Vengono ridistribuiti sul network di siti del Journal, che include oltre all'eponimo WSJ.com anche MarketWatch.com, Barrons.com, AllThingsD.com e SmartMoney.com. Sei le trasmissioni a cadenza settimanale fissa. Più di 6 milioni gli spettatori unici mensili. Destinati ad aumentare finchè l'ondata al ribasso nelle Borse non si stabilizzerà.
