Da: www.corriere.it
MILANO - È la più grande operazione di cyber-spionaggio della storia. A scoprirla è stata la società di sicurezza informatica McAfee che ha riscontrato la violazione dei database di 72 organismi tra cui l'Onu, i governi di Usa, Canada, Corea del sud, India e Taiwan e decine di società americane del settore hi-tech e della difesa. Esaminando i log di un unico server, la società ha identificato le probabili fonti degli attacchi informatici, mentre gli esperti puntano il dito contro la Cina.
ORIGINE CINESE? - Come riporta il quotidiano statunitense The Washington Postinfatti la McAfee non ha identificato l'origine degli attacchi, ma ha detto di credere che ci sia un «soggetto statale» dietro gli attacchi, che non ha voluto identificare, anche se un esperto a conoscenza del dossier ha spiegato che tutti gli indizi puntano sulla Cina. In particolare, secondo il Centro internazionale per gli Studi Strategici, la lista dei bersagli si concentrerebbe su Taiwan e le organizzazioni olimpiche nel periodo precedente alle Olimpiadi di Pechino. Alcuni attacchi sono durati solo un mese, ma il più lungo, al Comitato olimpico di una nazione asiatica non precisata, è andato avanti a intermittenza per 28 mesi, secondo McAfee.
MATERIALI SENSIBILI - La lunga lista di vittime in cinque anni di campagna include i governi di Stati Uniti, Taiwan, India, Corea del sud, Vietnam e Canada. E ancora l'Associazione delle nazioni del sudest asiatico (Asean), il Comitato olimpico internazionale (Cio), l'Agenzia mondiale anti-doping e una serie di società, dalla difesa all'high-tech. Nel caso delle Nazioni unite, gli hacker sono entrati nel sistema di computer del segretariato Onu a Ginevra nel 2008, dove sono rimasti nascosti per circa due anni, secondo McAfee. Tra i 72 obbiettivi degli attacchi vi sono anche 49 aziende statunitensi: lo scopo era quello di procurarsi materiali sensibili su sistemi militari, tecnologia elettronica e in particolare relativa alle comunicazioni satellitari: «Siamo di fronte ad un massiccio trasferimento di ricchezze, sotto forma di proprietà intellettuali, che non ha precedenti», ha spiegato il vicepresidente per la ricerca delle minacce della McAfee, Dmitri Alperovich, in un rapporto di 14 pagine diffuso mercoledì.
«DOVE SONO FINITI I DATI?» - «Anche noi siamo rimasti sorpresi dall'enorme diversità delle organizzazioni vittime e dall'audacia degli esecutori - ha proseguito Alperovitch - Cosa stia accadendo a tutti questi dati è ancora una domanda ampiamente aperta. In ogni caso, se anche una sola frazione è stato usata per costruire prodotti migliori della concorrenza o per battere un concorrente in una negoziazione chiave, la perdita rappresenta un'enorme minaccia economica».