Da www.corriere.it

«La migliore cosa da fare per il futuro? È inventarlo». Justin Rattner, chief technology officer di Intel, ostenta sicurezza mentre parla in una stanza nel cuore della Silicon Valley, in California. Per scoprire le novità in arrivo nei prossimi anni sul fronte della tecnologia uno degli eventi più importanti è infatti il Research@Intel in cui ogni anno l'azienda leader nel campo dei chip per computer, la Intel appunto, mostra i progressi fatti nel campo dell'information technology e le applicazioni che entreranno nei prossimi anni nelle nostre case, partendo proprio dalle potenzialità che offre il prodotto che è alla base di ogni sistema di calcolo, il chip appunto. I nuovi chip 3-gate o chip tridimensionali della casa di Santa Clara prefigurano infatti interessanti ricadute. Vediamole.

NOVITÀ - Diversi i campi in cui si vedranno i maggiori progressi. Per citarne alcuni, gestione dell'energia, sicurezza, elettronica, software, computer grafica, applicazioni per tablet e pc, internet in auto. Cominciamo dal fronte del divertimento. Nei prossimi due anni avremo uno sviluppo delle possibilità offerte dai giochi online. I nuovi chip permetteranno di moltiplicare di circa 20 volte il numero di partecipanti ai mondi virtuali teatro dei giochi con quindi, diverse centinaia di migliaia di giocatori in contemporanea. Inoltre la qualità della grafica migliorerà sensibilmente verso un realismo senza precedenti. Questo sarà dovuto a un progresso sostanziale della potenza di calcolo che permetterà uno sviluppo del cosiddetto visual computing. Avremo scene e oggetti visualizzabili in altissima definizione (man mano che nuovi tipi di schermi saranno disponibili) cosa che avrà una ricaduta non solo sul piano dell'intrattenimento, ma anche in settori diversi come la medicina ad esempio. Passi avanti anche sul fronte della sicurezza informatica. Una dimostrazione faceva vedere come attraverso la telecamera del proprio computer e l'assistenza di un service provider era possibile garantire la reale presenza del cliente in operazioni delicate come le transazioni bancarie. Un settore ancora tutto da esplorare è invece quello dell'internet in auto. Nei prossimi anni infatti avremo le prime cosiddette smart car. Ma le esigenze degli utenti in mobilità sono del tutto diverse da quelle di chi si trova a casa davanti a uno schermo e a una tastiera. Per capirle Intel ha messo al lavoro un'intera squadra di persone. «Mi occupo di un progetto sulle auto per capire che tipo di tecnologie le persone vogliono avere all'interno delle loro vetture- spiega Genevieve Bell, antropologa e direttore del settore Interaction & Experience research di Intel -. Il problema è che gli ingegneri che progettano i congegni non sono clienti come tutti gli altri e gran parte del mio lavoro - ironizza - consiste nel dimostrarlo». Novità in arrivo anche sul fronte delle vendite. I negozi di abbigliamento e i centri commerciali nel giro di un anno potranno infatti dotarsi del Magic Mirror, uno schermo ad altezza uomo completo di telecamera e guidato di uno speciale software in cui un avatar con le nostre forme e misure può indossare decine di vestiti per farci vedere quello che ci sta meglio evitando di far svuotare il magazzino alla commessa.
Poi c'è il settore casa-ambiente-energia. Con edifici in cui speciali computer consentono di programmare la massima efficienza degli apparati elettrici presenti in casa. Intel sta sperimentando anche uno specifico apparato chiamato WEST (la sigla sta per wireless energy sensing technology) in grado di monitorare in maniera wireless tutti gli apparati elettronici presenti in casa ed avvisare, ad esempio, se il cellulare o il tablet o altri congegni sono scarichi. Più in generale la casa ideale del prossimo futuro avrà un graduale incremento del numero di sensori presenti per interagire con l'esterno promettendo via via prestazioni più elevate, dal telesoccorso alla possibilità di fare determinate analisi mediche senza uscire di casa. Il tramite attraverso cui deve avvenire tutto questo è il cloud, vale a dire lo spostamento all'interno della rete delle informazioni un tempo presenti sui nostri pc. La nuvola è stata infatti il «convitato di pietra» di gran parte delle dimostrazioni e sarà la tecnologia che, secondo le stime, più di ogni altra trasformerà nei prossimi 4 anni anche fisicamente tutti gli apparati dotati di una connessione mobile. «Ci sono oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo che usano internet in mobilità e ci sono oltre 15 miliardi di congegni connessi alla Rete- spiega Raejanne Skillern direttore del Cloud computing di Intel - il cloud è ciò che dovrà ottimizzare i servizi resi in base alla capacità dei dispositivi connessi. Del resto fino al maggio 2011 in servizi cloud in tutto il mondo sono già stati investiti circa 50 miliardi di dollari. La nuvola dovrebbe avere, secondo Intel, anche degli effetti sui tradizionali computer, soprattutto tablet e netbook. «Nei prossimi due anni sul fronte dei netbook - spiega Adam King director of notebook product marketing di Intel - avremo notebook sempre più leggeri con la graduale eliminazione dei tradizionali hard disk verso sistemi a stato solido e con l'eliminazione dei drive a dischi ottici a favore dello "streaming dal cloud"». Una scelta questa però che richiede connessioni alla rete sempre a velocità elevata e che pone diversi interrogativi per Paesi come l'Italia dove la banda larga non è ancora sufficientemente diffusa.

LE CONNESSIONI - Se il futuro ha molti volti, il presente in casa Intel ha un nome italiano, quello di Mario Paniccia, americano ma originario di una famiglia che negli anni 60 si è trasferito dalla provincia di Frosinone. L'ingegner Paniccia è l'uomo che ha risolto il problema dell'«ultimo metro». In sostanza a che serve avere pc dalla potenza sempre crescente se poi per scaricare un filmato da una videocamera ci metto una vita? In soccorso dei videomatori, ma non solo, arriva una tecnologia ideata proprio da Paniccia che è il direttore dei photonics technology lab di Intel a Santa Clara. Si chiama light peak ed è un dispositivo che coniuga due cose apparentemente in contrasto tra loro come il laser e il silicio. In pratica attraverso un procedimento complesso Paniccia e i suoi collaboratori hanno reso il silicio «trasparente» alla luce laser consentendo di creare un apparato a costi ridotti che consente di trasferire già adesso informazioni alla velocità di 50 gigabit al secondo, ma che nel giro di qualche anno dovrebbe permettere velocità di un terabit al secondo. In pratica con 50 gigabit/s siamo in grado di scaricare in un secondo un intero film in alta definizione, con un Terabit/s potremo fare lo stesso con l'intero contenuto dell'hard-disk del nostro notebook. Con un minuto e mezzo poi potremmo scaricare l'intero contenuto della libreria del Congresso degli Stati Uniti. In pratica stanno per arrivare sul mercato speciali cavi che velocizzeranno enormemente le connessioni dei computer e dei server. La prima azienda ad aver lanciato sul mercato la tecnologia light peak è stata la Apple con la sua connessione Thunderbolt che al momento però non sfrutta ancora il laser. Ma altre aziende seguiranno nel giro dei prossimi due anni.

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