Da www.repubblica.it

Toglietemi tutto, ma non il mio mobile. E' questo in sintesi il quadro tracciato dall'indagine condotta da Intel e Redshift Research per studiare i comportamenti degli utenti di cellulari, smartphone e notebook. Un esercito, quello degli apparecchi, che ha ormai superato quello dei suoi possessori. Ottanta milioni contro una popolazione di 60. In cima alla lista degli "irrinunciabili", proprio i telefonini. Soltanto sette italiani su cento sarebbero infatti disposti a privarsene per una settimana intera. Tra questi, il 4% rinuncerebbe anche, per lo stesso periodo, al partner o alla doccia pur di non rimanere senza. E se uno è fondamentale, due, per molti, sono necessari. Almeno per il 40% degli italiani, che dichiara di non muoversi mai senza una coppia di dispositivi diversi con sé.

Il Bon ton senza fili. Dalla ricerca arrivano anche alcune indicazioni preziose per capire i comportamenti degli italiani alle prese con i loro dispositivi mobili. Italiani maleducati e distratti, questo il verdetto della ricerca, ma consapevoli dei propri gesti. Malgrado il 77% degli italiani condanni chi legge e scrive messaggi alla guida, uno su tre esce allo scoperto e confessa di farlo. Più alte ancora le percentuali di chi compone sms in compagnia di altri nel mezzo di una conversazione (50%).

Donne più ansiose. La connessione con il mondo arriva sempre prima nel corso della giornata. Soltanto il 31% degli intervistati controlla i suoi dispositivi solo una volta giunto sul posto di lavoro; tutti
gli altri cominciano ben prima, durante la colazione o il caffè (28%). Il 15% non fa nemmeno lo sforzo di alzarsi dal letto e si connette appena sveglio. Piccola rivincita per il genere maschile. Secondo lo studio il 'sesso debole' sarebbe più ansioso. A controllare infatti i messaggi prima di uscire sarebbero più le donne (71%) degli uomini (67%)

La social dipendenza. Capitolo a parte per i social network. Il 68% degli intervistati controlla infatti la propria pagina ogni giorno. Numeri importanti ma ancora lontani da paesi 'social addict', come Egitto e Turchia, dove la quasi totalità della popolazione non può fare a meno di controllare il proprio profilo quotidianamente. Di pari passo con la diffusione dei social network, crescono anche i comportamenti associati ad un utilizzo considerato improprio di questi strumenti. Un esempio, il tagging non autorizzato. Un italiano su due mal tollera infatti di essere 'taggato' senza aver concesso la propria autorizzazione o di essere geolocalizzato da servizi e siti web. Guai poi a farsi scappare errori grammaticali, sgraditi al 35% del campione, o ricevere richieste di amicizia non desiderate (29%).

Questione di bip. Anche l'orecchio, infine, vuole la sua parte. Dallo studio arriva infatti una piccolo riconoscimento per chi, almeno una volta nella vita, si è sfogato di fronte ai "bip-bibib-bipbip" di chi compone i messaggi lasciando attivi i toni dei tasti. Si tratta infatti di uno dei suoni più detestati dagli intervistati, seguiti dalla sveglia del mattino, e dai jingle di accensione e spegnimento del telefono.

 

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