Fonte: www.key4biz.it

Nel 2010 la spesa complessiva delle famiglie italiane per guardare contenuti audiovisivi su tutte le piattaforme, online e offline, ha raggiunto i 7,6 miliardi di euro (circa 300 euro per famiglia). E' quanto rileva e-Media Institute nel Report 'Pay tv Intelligence & Strategies'.

Con un'incidenza pari a circa lo 0,5% del PIL, nel 2010 la spesa per guardare è cresciuta anche nel periodo più difficile della congiuntura economica con un tasso medio annuo pari al 4,5% nel triennio 2008-2010.Sempre lo scorso anno, in media, ogni famiglia britannica ha speso "per guardare" 600 euro, il doppio di una famiglia italiana. In Francia e Germania la spesa media per famiglia è stata rispettivamente di 406 e 386 euro. Cresce, quindi, la propensione degli italiani ad acquistare contenuti anche in rete. Secondo lo Studio di e-Media 'Broadband Content - Intelligence & Strategies', sono già 6,5-7 milioni gli utenti Internet italiani che hanno aperto un account e depositato una carta di credito per l'acquisto di brani musicali e titoli audiovisivi dalle piattaforme web. Per ora, di fatto, si tratta principalmente di musica.

Al 2014 potranno esserci poco meno di 20 milioni gli utenti Internet dotati di almeno un account d'acquisto attivo.Pirateria permettendo, il consumo online di film, fiction e di altri titoli audiovisivi (esclusi i videogiochi) in modalità streaming, DTR (Download-to-Rent) o DTO (Download-to-Own) potrebbe raggiungere il valore di circa 200 milioni di euro, sottraendo quote di mercato all'Home video "classico" e, parzialmente, alla Pay tv. Secondo e-Media, gli editori dovrebbero comprendere che il consumo di contenuti, o l'utilizzo delle piattaforme per questo tipo di servizi, è sempre più strettamente legato a fenomeni di esternalità di rete che governano il successo di tanti servizi Internet, ponendo alcuni operatori in posizione di estrema forza di mercato. Il valore di un canale televisivo o di una testata cartacea è sempre generato anche dalla condivisione sociale e dallo scambio delle opinioni che gli utenti hanno a ridosso del consumo di contenuti. Il contenuto, oltre a essere un evento editoriale, è anche un evento sociale. Oggi la Rete incorpora su piattaforme dedicate le esternalità sociali (di rete, appunto), premiando quei servizi che tutti usano, semplicemente perché "tutti li usano". Gli editori, oltre a generare contenuti di qualità e, possibilmente, esclusivi, devono generare anche esternalità di rete esclusive.

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