Da www.ilsole24ore.com

«Ogni indugio» sull'asta per le frequenze tv liberate con il digitale terrestre, da assegnare agli operatori di telecomunicazioni, «non é più tollerabile»: lo ha detto il presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, a margine della presentazione del rapporto annuale realizzato dall'organo di vigilanza Telecom sulla parità di accesso. Le frequenze, ha aggiunto, «devono essere liberate come dicono le direttive europee e messe al servizio degli operatori». Per il presidente dell'Agcom, in relazione all'asta, «ci sono elementi pro e contro» ma, ha sottolineato, «la cosa positiva é che c'é una grande richiesta di servizi mobile che non c'era all'epoca della gara per il Gsm». La preoccupazione? La posizione degli operatori "over the top" come per esempio Google o Yahoo «che portano via ricavi», ha concluso Calabrò.
Gubitosi (Wind): importante allocare le frequenze, ma attenzione ai costi
Per l'ad di Wind, Luigi Gubitosi «e importante allocare le frequenze, ma é importante anche il costo perché la capacità di spesa non é infinita». Gubitosi ha poi detto che la rete «é stata un'arma competitiva ma ora non lo é più perché oggi c'é lo stesso livello di copertura per tutti gli operatori». Di qui l'idea di «mettere insieme le torri e investire su altro: sarebbe più auspicabile che le stesse si concentrino sulla tecnologia».
Bernabè: obbligo unbundling non proporzionato
Ha criticato invece l'obbligo di unbundling (sistema di accesso alla rete da parte di altri operatori) della fibra, proposto dall'Autorità a partire dal 2013 nelle aree territoriali cosiddette in monopolio, l'ad di Telecom Italia, Franco Bernabè: «è del tutto non proporzionato e non giustificato», perché, ha spiegato, «prescinde dalla valutazione della sufficienza degli altri obblighi già imposti a Telecom». «In primo luogo - ha detto Bernabé - riteniamo che l'imposizione di nuovi obblighi in capo a Telecom o la modifica di obblighi precedentemente imposti richieda necessariamente l'apertura di un nuovo procedimento di analisi di mercato». Nel mirino anche i cosiddetti «colli di bottiglia» come le connessioni tra i palazzi e i singoli appartamenti, la cui regolamentazione riteniamo «debba riguardare indistintamente tutti i soggetti titolari di questo tipo di infrastrutture, in linea con il dettato delle nuove direttive europee». Bernabè ha detto anche che Telecom Italia porterà la fibra in ulteriori 125 città, di cui 27 nel 2013.

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