Da www.repubblica.it

In Italia le notizie non sono più solo sui giornali e in tv. A seconda dell'età di riferimento, le fonti di informazione preferite sono diverse. Ma tutta questa ricchezza non rimane in sacche isolate. Compone un puzzle mediatico di cui ogni italiano sceglie i pezzi, per poi ottenere figure diverse, che raccontano un paese e un mondo diverso a seconda delle fasce anagrafiche. Questi i risultati di una ricerca condotta dall'Università di Urbino Carlo Bo, che prova a disegnare il profilo dell'informazione nel nostro Paese. Ne viene fuori un quadro in cui la televisione ha un'importanza assoluta, la carta stampata mantiene un suo ruolo di rango. E il web, realtà mutante per definizione, è già ora una fonte di informazione preferita per le generazioni fino ai cinquant'anni. Che diventerà nel giro di qualche anno prioritaria, come è già avvenuto negli Usa. Dove l'informazione su internet e attraverso applicazioni e smartphone ha già superato, per numero di fruitori, quella di radio e carta stampata.
I dati. Tra le pagine più esemplificative della ricerca c'è quella che illustra il consumo di notizie per differenti media. E se la tv nazionale è in assoluto il primo veicolo con il 90,8% delle preferenze del campione, la stampa nazionale arriva al 63. Negli Usa, l'Occidente di riferimento mediatico, queste percentuali sono rispettivamente del 73 e del 17%. Le radio sono al 56,6% e al 54, un risultato che mostra un'utenza paragonabile e mediana.
E poi i numeri del web: in Italia, internet è il mezzo meno utilizzato per informarsi, con il 51,1% del campione. In Usa si tocca al 61%, dodici punti sotto la tv nazionale e ben 44 sopra la carta stampata. La differenza in Italia è di circa il 30% a favore della tv sul web, mentre i giornali sono a due punti. Sono numeri naturalmente fluidi, che anche se in apparenza indicano una situazione prevedibile, in realtà sanciscono il continuo successo del web e l'erosione di quote di mercato dell'informazione, a sfavore soprattutto del giornali.
Oltre la tv: web, radio e mobile. Dati che si muovono in relazione all'età e al modificarsi della mappa sociale: internet in Italia è molto più utilizzato - e sempre di più - per le applicazioni di social networking che per informarsi, ma le due categorie sono strettamente collegate e la stessa ricerca condotta tra un anno potrebbe proporre risultati anche significativamente diversi. L'influenza attribuita ai diversi media vede oltre il 60% valutare molto importanti tv e stampa. In questo caso internet supera la radio, ma entrambi restano sotto il 50% tra le risposte del campione di popolazione generica. Interessanti le percentuali all'interno del puzzle informativo: il 50,5% degli italiani si informa utilizzando sia fonti online che offline. Il 96% del campione usa più di due media, il 48,70 addirittura cinque o più. C'è poi lo scenario mobile, tra smartphone e le tante applicazioni dedicate alle notizie: siamo un paese pieno di telefonini, ma sulla diffusione delle news su piattaforme mobili abbiamo ancora molta strada da fare. Il 51% del campione ha un cellulare in grado di connettersi a internet, ma solo il 35% lo usa per informarsi e cercare notizie, soprattutto a tema sportivo e sulle situazioni traffico e meteo.
Informazione schierata. I consumatori di news online hanno per l'88,80% dai 18 ai 29 anni, per il 65,70% dai 30 ai 49, poi un 45,60% dai 50 ai 64 e un 13,30% oltre i 65. Un tornasole interessante per il nostro Paese, che sconta tutt'ora un "digital divide" importante, con non poche zone in cui collegarsi al web non è scontato. Le preferenze in fatto di informazione tra i due campioni della ricerca, gli "online news consumer" e la popolazione generica, sono molto marcate: chi si informa sul web apprezza una maggiore ricchezza di fonti e appare più curioso per "estrazione mediatica", anche se i livelli sono alti in entrambi i casi: 84,70% contro 73,50. Quasi la stessa proporzione del campione si ritrova nel grafico sull'opinione rispetto allo schieramento dei media: 83,30% degli online consumer pensa che i media siano schierati politicamente, così come il 75,90% della popolazione generica. Quasi dieci punti di stacco alla domanda più diretta: "Ritiene che i media omettano volutamente informazioni?": 77% e 67,80. Insomma la stampa non gode di ottima fama se il 70% della popolazione crede che le notizie siano censurate o manipolate. Un dato che però trova una parziale smentita quando si chiede di valutare il livello di copertura informativa su diversi argomenti, dalla politica alla salute, dalla cultura allo sport: i risultati si mantengono nella stragrande maggioranza oltre il 50% dei sì.

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