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E' la risposta della Fapav (Federazione Antipirateria Audiovisiva), alla richiesta di moratoria all'Agcom da parte di alcune associazioni dei consumatori sull'ipotesi di regolamentazione in materia di Proprietà Intellettuale, attualmente in corso di consultazione pubblica (Leggi articolo).
"A livello giuridico - spiega la Fapav - l'ipotesi di un provvedimento inibitorio da parte dell'Autorità (di siti completamente illegali e pirata) è assolutamente lecito in quanto previsto dal decreto legislativo 70/2003 che permette all'autorità amministrativa 'avente funzioni di vigilanza' di intervenire preventivamente per porre fine alle violazioni".
La Fapav sottolinea ancora che, a livello tecnico, il sistema ipotizzato dall'Autorità circa i sistemi di prevenzione e contrasto alle violazioni online del diritto d'autore è articolato in maniera efficace, bilanciato e appare proporzionato agli interessi che si vuole garantire. "Non si disconnette l'utente bensì si viene messi nelle condizioni di non violare la legge, bloccando alla fonte l'immissione abusiva di contenuti pirata. Una formula elementare quanto efficace, come dimostra il caso di Pirate Bay: una riduzione dell'80% di accessi al sito in poche settimane".
Fapav auspica "sempre il confronto aperto purché sia scevro dalle contrapposizioni ideologiche e preconcette. Allo stesso tempo - dice - siamo convinti che l'Autorità debba dare rapidamente seguito a questo provvedimento e aprire così la strada ad una politica che metta al centro i contenuti creativi, senza cedere alla demagogia e alle facili strumentalizzazioni. E' una questione di civiltà, prima ancora che di legalità".
La richiesta a cui fa riferimento la Fapav è quella di Adiconsum, Agorà digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, Studio legale Sarzana e associati.
In una lettera al parlamento le associazioni hanno commentato che con la Delibera 668/2010 del dicembre 2010, l'Agcom ha introdotto "un meccanismo che consentirà di inibire completamente l'accessibilità ai siti posti fuori dal territorio italiano e di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d'autore in modo automatico e prescindendo da qualsiasi requisito di colpevolezza accertato dall'autorità giudiziaria".
Le associazioni hanno ancora scritto che i singoli "libri" rimossi includeranno articoli pubblicati da giornali, banche dati di pubbliche amministrazioni e di privati, documenti riservati finiti in rete ed utili per conoscere fatti che l'opinione pubblica potrebbe non conoscere diversamente, video amatoriali e fotografie con sottofondo musicale caricate dagli utenti nelle piattaforme di condivisione, singole pagine di blog amatoriali contenenti anche un solo file in violazione del diritto d'autore.
Le associazioni hanno allora proposto che "nessuna nuova regolamentazione sia adottata fino a che il Parlamento non riuscirà ad essere sede di un grande dibattito pubblico alla ricerca di nuovi equilibri tra diritto d'autore e l'accesso alla conoscenza, come la stessa Autorità Garante auspica, scongiurando il pericolo di nuove censure".
"Ci appelliamo ai parlamentari di tutti gli schieramenti - prosegue la lettera - per ridare al Parlamento il ruolo di interlocutore ineliminabile con la società civile, e di rispettare il principio di separazione dei poteri dello Stato".
"Chiediamo che il diritto d'autore - hanno detto infine le associazioni - sia regolamentato in modo da garantire che anche nella sfera digitale ci sia il giusto equilibrio tra i diversi interessi presenti nella società, per evitare che divenga un sistema di controllo e di censura pervasivo".
Con la Delibera 668/2010, l'Agcom ha avviato una consultazione pubblica sul Testo per la tutela del diritto d'autore su internet. Tra le norme c'è la possibilità da parte dell'Authority di ordinare, dopo un procedimento che prevede il contraddittorio, la rimozione di contenuti coperti da copyright illegittimamente pubblicati. Per i siti che hanno il solo fine della diffusione di contenuti illeciti, si considerano due ipotesi: la predisposizione di una lista di siti illegali da mettere a disposizione degli Isp e la possibilità, in casi estremi e previo contraddittorio, dell'inibizione del nome di dominio del sito web, ovvero dell'indirizzo IP.
L'Agcom ritiene che la misura della rimozione selettiva sia appropriata nei casi in cui non tutti i contenuti del sito web violino il diritto d'autore e siano collocati sul territorio italiano.


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