Da www.corrieredellecomunicazioni.it

Sulle sanzioni previste per i medici che in utilizzano il sistema di invio online dei certificati di malattia i "timori sono infondati". Brunetta risponde ai sindacati che chiedono di far slittare le multe che entrano in vigore da domani.
"Timori e paure non hanno ragion d'essere - spiega il ministro - già da ora le norme prevedono che l'eventuale sanzione abbia luogo solo in caso di 'colpa esplicita', come chiarito dalla Circolare n. 2 Dfp/Ddi del 28-09-2010 del ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione che ha fornito indicazioni e chiarimenti per l'applicazione della nuova procedura. Sarà in ogni caso cura del mio ministero assicurare un attento monitoraggio circa le procedure e i meccanismi di applicazione di quanto previsto, così da evitare il rischio di ingiustificati atteggiamenti punitivi. A questo riguardo ho chiesto agli enti preposti di valutare con il massimo dell'attenzione, della trasparenza e della flessibilità, l'intera tematica delle sanzioni. Su questo specifico punto ho dato mandato ai miei uffici di predisporre una apposita circolare interpretativa. Sono comunque disponibile ad ogni ulteriore approfondimento di tutta la strategia di implementazione dell'Ict nel nostro sistema sanitario anche attraverso un incontro da tenersi al più presto".
Il ministro esprime inoltre "piena soddisfazione per i risultati raggiunti in questi mesi relativamente alla procedura di trasmissione online dei certificati di malattia dei dipendenti pubblici e privati". I dati Inps indicano infatti che, a dieci mesi dall'avvio del nuovo sistema, sono stati complessivamente inviati telematicamente quasi 4 milioni di documenti, di cui circa 400mila solo nell'ultima settima. Stando alle ultime informazioni, il flusso medio giornaliero a regime si va attestando su un valore medio di oltre 70mila, con una punta odierna di 105mila unità. Il sistema è, dunque, pressoché a regime.
Per tutta risposta medici italiani proclamano lo stato di agitazione. "La risposta di Brunetta - spiega Giacomo Milillo, segretario generale della Federazione di medici di medicina generale (Fimmg) - appare come un'ulteriore presa in giro ai medici".
Per Milillo, il ministro "mostra ancora una volta quanto sia staccato dalla realtà degli operatori del settore che pure hanno dimostrato volontà nel portare avanti l'innovazione", ma hanno anche dimostrato «la presenza di criticità di un sistema che, a oggi, non consente a tutti i medici di operare. Non accettare la richiesta dei medici di sospendere le sanzioni e minimizzare il disagio dei camici bianchi è "una nuova presa in giro" che non può dissuadere i medici dal portare avanti la loro protesta proclamando, da oggi, lo stato di agitazione.
Nei giorni scorsi la Fimmg ha chiesto al ministro di sospendere l'applicazione delle multe, dicendosi pronti anche alla disobbedienza civile contro il governo. "Il ministero non ha messo a disposizione un sistema efficiente - accusava Milillo, segretario nazionale Fimmg - Spesso il 'cervellone' si blocca e il call center non funziona quasi mai. In questo contesto non prevedere il rinvio delle sanzioni sarebbe come gettare benzina sul fuoco". Secondo la Fimmg infatti l'ingiustizia è lampante: si punisce il medico non solo se non si è attrezzato, ma anche se il sistema non funziona; condizione, questa, non dipendente dalla sua volontà.
A parlare di "un vero e proprio caos" è anche la Cgil Medici. Il segretario, Massimo Cozza e il coordinatore dei medici di Medicina Generale Nicola Preiti, ricordano che "la moratoria per le spropositate sanzioni disciplinari scade oggi« per i medici di famiglia, le guardie mediche e gli specialisti ambulatoriali che non trasmettono per via telematica la certificazione di malattia, con la pena del licenziamento in caso di reiterazione mentre gli ospedalieri potranno continuare ad usare la via cartacea".
Davanti a difficoltà nel rilasciare i certificati online "come ancora frequentemente accade per problemi di trasmissione e per il call center inadeguato i cittadini potrebbero essere indotti a ulteriori accessi impropri al pronto soccorso nelle settimane nelle quali si sta manifestando il picco dell'influenza". A fronte di circa "17 milioni di lavoratori dipendenti (3,5 milioni pubblici e 13,5 milioni privati) - prosegue la nota della Cgil - si salveranno dal pasticcio solo i magistrati, gli avvocati dello Stato, i professori universitari, le forze armate e di polizia, i vigili del fuoco, i diplomatici ed i prefetti, per i quali i medici di famiglia dovranno invece rilasciare ancora il tradizionale certificato di malattia cartaceo". In questo "caos" il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, "imperterrito, rifiutando ogni confronto con i sindacati nonostante le reiterate richieste, continua a dare vuoti numeri sulla distribuzione del Pin e sui pochi milioni di certificati trasmessi on line. Solo fumo mediatico".
Ma "sanzionare chi non è colpevole - aggiungono i due sindacalisti - rischia di portare al naufragio del progetto e compromette il servizio ai cittadini. Allo stato dei fatti, quando non è possibile la trasmissione on line, bisogna necessariamente consentire il cartaceo, senza sanzioni, anche ai medici convenzionati".
Preoccupati per le sanzioni anche i medici di Pronto Soccorso. "L'innovazione tecnologica è certamente fondamentale, ma in questo caso qualcosa non torna - rimarca Vincenzo Carpino, presidente Aaroi-Emac (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica) - Il pericolo reale è che i Pronto Soccorso diventino la meta sostitutiva per chi ha bisogno del certificato ma non può averlo dal proprio medico curante che, per motivi indipendenti dalla sua volontà, non ha ancora la possibilità di mandare il documento per via telematica".

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